Capello fa Mou: “Sfruttare Dybala e le palle inattive con i saltatori”

La Gazzetta dello Sport (M. Cecchini) – Le parole Milan e Roma raccontano una parte importante della sua storia. Per questo Fabio Capello “gioca” con noi col piglio disincantato di chi odia i luoghi comuni.

Capello, a San Siro è una sfida fra “glochisti” e risultatisti”?

Senta, lei mi conosce: sono categorie ridicole. Ognuno vede il calcio alla sua maniera, mettendo in campo la squadra a seconda dei giocatori che ha. Si studiano le avversarie, i punti deboli e quelli di forza e si lavora. Il Milan ha uno stile di gioco omogeneo, che Pioli ha costruito con grande abilità. Leao, poi, nell’uno contro uno è imprendibile e ho visto che ora rincorre anche l’avversario: è segno di maturità.

Non sorprende che i rossoneri siano quelli hanno segnato più gol su azione, mentre i giallorossi, in percentuale, quelli che hanno fatto più reti da calcio piazzato.

No, il Milan in mediana ha gente come Tonali e Bennacer che possiedono tecnica, qualità e anche qualche gol nei piedi. Ora che si gioca tanto sugli esterni, se vuoi innescare bene gente come Theo Hernandez, devi avere visione di gioco. Peccato per Maignan. La Roma è diversa. Fa meno pressing alto. È più attenta e si affida a una difesa soli-da, ma se giocano i “Fab Four” e non coprono, il centrocampo fatica. Io lo so, visto che provavo a far giocare insieme Totti, Montella e Batistuta, così come Suker, Mijatovic e Raul, ma spesso i centrocampisti avevano la lingua fuori, mentre nel Milan c’è Giroud che si sacrifica parecchio».

Come spiega l’appannamento di Abraham?

Momenti. Forse gioca un po’ lontano dalla porta, ma nei contropiede lui, Zaniolo e Dybala possono essere micidiali. Altro che “tiqui-taca”. Ha visto la Spagna? Faceva il 75% di possesso palla e non tirava mai in porta. Funziona se hai Messi o chi salta sempre l’uomo, altrimenti non vai da nessuna parte. Come fanno ora Guardiola e Ancelotti, il Mondiale ha insegnato che oltre al possesso serve la verticalità. Le chiavi dell’attacco. Abraham fa spazio per i movimenti dei compagni, Dybala cerca palla e attacca la porta, Zaniolo attacca in fascia cito una bella frase che non è mia, ma di Zeman: “La palla si passa, non si presta.

È più facile che il Milan vinca lo scudetto o che la Roma arrivi in Champions?

Bella domanda: è difficile per tutte e due, perché il Napoli ha punti pesanti di vantaggio e la Roma quattro squadre davanti più attrezzate, ma poi da febbraio tornano le coppe e può cambiare tutto. L’Inter, ad esempio, ora mi pare molto forte e la Juve si sta ritrovando, anche se pure lei a volte la palla la presta…

Lei come costruì il suo Milan e la sua Roma vincenti?

Ho ereditato un Milan che si diceva fosse finito, che i giocatori non avessero voglia di allenarsi, che bisognava cambiarne tre o quattro. Invece erano ancora campioni. Bastò usare alcuni nuovi accorgimenti tattici, stimolarne l’orgoglio e abbiamo vinto tutto. A Roma, invece, con Franco Baldini abbiamo scelto volti nuovi, sbagliandone pochi.

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