Corriere della Sera (L. Valdiserri) – Oggi, alle 15, ci sarebbe anche Roma-Bologna. La partita – che potrebbe essere l’ultima di Juric in panchina, qualsiasi sia il risultato finale – è diventata un accessorio. A prendere la scena ci sono: il mistero del volo dei Friedkin, che dovevano atterrare a Fiumicino ma poi hanno rinunciato; le trattative per il nuovo allenatore e il nuovo Ceo che non sono ancora arrivate a conclusione; la polemica tra lo staff di Dybala Juric, dopo che il tecnico ha anticipato in conferenza stampa, prima cioè dell’allenamento pomeridiano, che la Joya avrebbe saltato la partita perché temeva di ricadere in un altro infortunio.

La tragedia calcistica del dodicesimo posto in classifica rischia così di trasformarsi in farsa. Juric ha capito che il suo destino è segnato al 99% e ieri ha affidato ai microfoni una specie di testamento: “Ci sono momenti in cui sento la squadra mia, come a Verona quando ho detto che ero soddisfatto perché vedevo tantissime cose buone. Non ero finto. Contro l’UnionSaint-Gilloise, invece, non ho visto differenze rispetto alla partita contro la Fiorentina: non eravamo concentrati e abbiamo concesso contropiedi. In queste partite ho visto una squadra distratta, che non era sul pezzo, e faccio fatica ad accettare questo. Fare una partita come quella in Belgio è veramente sconcertante. Hummels? È un grandissimo professionista, io però devo scegliere chi fa determinate cose e Cristante in Europa League le ha fatte. Non c’è nessun litigio, così come quando ho messo Pisilli al posto di Pellegrini. Pisilli faceva le cose che richiedevo. So che è pesante e anche io mi aspettavo di avere di più, appena arrivato, ma devo essere onesto e scegliere il calciatore che fa meglio le cose che chiedo. Non devo nascondermi dietro i problemi. Se Pisilli mi dà più garanzie di Pellegrini, allora metto Pisilli anche se uno è un ragazzino e l’altro il capitano”. Se Juric deve affondare, insomma, lo farà ritornando lo Juric vero, quello che alla Roma non si è quasi mai visto.

Nella sosta è quasi sicuro il suo esonero, anche se i Friedkin non hanno ancora trovato la quadra tra necessità di cambiare e scelta dell’uomo giusto per farlo. Ieri Roberto Mancini ha negato di essere stato contattato, ma questo fa comunque parte del gioco. Chi conosce Dan Friedkin giura che non sarà mai un problema economico a fermarlo. Non si può sbagliare, però, la scelta di quello che sarebbe il terzo allenatore della stagione quando il calendario è ancora fermo a novembre.

In questo senso si può spiegare il cambio di programma dei proprietari del club: si presenteranno a Roma quando potranno annunciare allenatore e Ceo. Nel frattempo esiste ancora un 1% per la permanenza di Juric, perché i Friedkin non vogliono dare l’impressione che a decidere le sorti tecniche della Roma sia il malcontento della squadra e/o dei tifosi. Però la classifica non mente e il calendario è terribile: NapoliTottenham Atalanta dopo la sosta.

Foto: [Marco Luzzani] via [Getty Images]