Caos Infront, il calcio trema

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Il Tempo (P. Dani) – Un altro terremoto si abbatte sul calcio italiano, ma Infront non trema. Al contrario «la società leader in Italia nella gestione dei diritti sportivi», come si autodefinisce l’azienda di Marco Bogarelli che garantisce alla serie A 943 milioni l’anno, si dichiara totalmente estranea all’indagine avviata dalla Procura di Milano su tre filoni: la regolarità dell’asta per la vendita dei diritti tv della serie A per il triennio 2015-18; i presunti finanziamenti occulti erogati dalla stessa Infront al Genoa di Preziosi (15 milioni) e al Bari di Paparesta (470mila euro) attraverso i quali le due società avrebbero messo in regola i bilanci aggirando i controlli della Covisoc; il rapporto con il fiscalista Andrea Baroni, accusato di riciclaggio di denaro frutto di evasione fiscale attraverso la società di Lugano Tax&Finance e per conto di alcuni clienti italiani, tra cui ci sarebbe appunto anche Bogarelli. Per ora Baroni arrestato venerdì scorso mentre la Guardia di Finanza perquisiva le sedi della Lega di A, del Genoa e del Bari, ma anche di Mediaset e Infront Italy – ha scelto di non rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari Giuseppe Gennari, ma la Procura di Milano certo non si fermerà.

Per il calcio italiano la partita più importante si gioca per la verità sul primo filone, la regolarità dell’asta per i diritti tv 2015-18, già finita sotto la lente d’ingrandimento dell’Antitrust che sta verificando se l’accordo stretto tra Sky e Mediaset per la spartizione dei diversi pacchetti proposti da Infront sia o meno «restrittivo della concorrenza». L’Antitrust ha tempo fino al prossimo 30 aprile, ma ora anche i magistrati vogliono capire se la società di Bogarelli abbia pilotato il bando per favorire Mediaset (Sky aveva fatto un’offerta superiore per i due pacchetti principali), rinunciando ad oltre 130 milioni e chiudendo la vendita a 943 milioni a stagione. «La nostra azienda non è ufficialmente sotto inchiesta – ha dichiarato Infront La procura di Milano ha aperto un’indagine a carico di Marco Bogarelli, Giuseppe Ciocchetti e Andrea Locatelli, nostri manager. Infront non ha mai intrattenuto alcun rapporto con la società svizzera di consulenza Tax & Finance e/o con Andrea Baroni».

Anche Mediaset si è difesa attraverso un comunicato: «La società e i suoi dirigenti hanno sempre operato nel pieno rispetto delle regole. Il processo di assegnazione dei diritti si è svolto seguendo alla lettera la Legge Melandri ed è stato organizzato sotto la vigilanza delle diverse Autorità di settore».

Oltre ai manager Infront e ai dirigenti Mediaset Giorgio Giovetti e Marco Giordani, la Procura di Milano sta indagando sul ruolo svolto da Claudio Lotito. Agli atti dell’inchiesta è finita infatti la telefonata con il dirigente dell’Ischia Pino Iodice, in cui il presidente della Lazio spiega come sarebbe «riuscito a mettere d’accordo Sky e Mediaset». «Non sappiamo nulla – ha dichiarato Gian Michele Gentile, avvocato di Lotito – la Procura di Milano non ci ha mandato alcun atto».

Intanto è arrivato il commento sulla vicenda di Giovanni Malagò: «Il calcio italiano ci ricorda di non essere solo un pallone che rotola ma anche scandali, questo ci amareggia», ha dichiarato il presidente del Coni precisando poi come il Comitato Olimpico nazionale «non abbia alcun rapporto con Infront». Ormai un unicum per lo sport italiano.

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