Il Messaggero (E. Bernardini) – Nemmeno Frederic Aubirtin, regista de La Grande Passione, il film sulla Fifa, si sarebbe mai immaginato una trama così tanto rocambolesca. Magari un lancio migliore, quello sì. Non bastavano arresti, tangenti e quant’altro. Ieri Alejandro Burzaco, uno dei tre argentini ricercati dalle autorità Usa nell’ ambito dell’inchiesta Fifa, si è consegnato alla polizia di Bolzano. L’imprenditore, ex amministratore delegato dell’azienda di marketing sportivo Torneos, è giunto in questura accompagnato da un avvocato milanese e da due legali spagnoli senza però fornire spiegazioni sui motivi per cui si trovasse a Bolzano. Burzaco, che è accusato di riciclaggio di denaro attraverso il meccanismo della compravendita dei diritti televisivi dei tornei di calcio, si sarebbe accordato con l’Interpol per consegnarsi in cambio di informazioni. Sarà estradato negli Stati Uniti e rischia una pena di 30 anni. Burzaco è ricercato anche in Argentina per frode fiscale, corruzione e riciclaggio, insieme ad altri due imprenditori nel settore marketing Hugo Jinkis e suo figlio Mariano.
THRILLER L’elemento da film è sicuramente la fuga di Burzaco, durata 13 giorni. L’argentino si era salvato durante il blitz dell’Fbi nel lussuoso hotel svizzero perché mentre scattavano le manette, lui era al buffet della colazione. Una rapida occhiata agli agenti dell’Fbi, poi la calma stoica durante la bufera. Burzaco ha saldato il conto e da quel giorno ha fatto perdere le sue tracce, fino a ieri quando al termine di una delle fughe meno rocambolesche della storia si è consegnato alla questura di Bolzano.
ZANZI Intanto nuove accuse pendono sull’ex vicepresidente della Fifa Jack Warner. Secondo le autorità statunitensi, a quanto riporta la televisione britannica Bbc, l’ex dirigente Fifa avrebbe fatto sparire del denaro destinato alla ricostruzione di Haiti colpita dal terremoto nel 2010. Ma l’emittente britannica non ha quantificato la somma di denaro che Warner avrebbe sottratto. Italo Zanzi, CEO della Roma, dopo essere stato accostato al terremoto che sta sgretolando la Fifa, in quanto vice segretario generale della Concaf, ha voluto sottolineare la sua estraneità: «In riferimento a quanto riportato recentemente da alcuni media, tengo a precisare di non essere in alcun modo coinvolto nelle indagini in corso riguardanti Fifa e Concacaf. Poiché è in corso una inchiesta sarebbe inappropriato ogni altro commento».