Il Messaggero (A. Angeloni) – Cinquant’anni domani. Di questi, 8 nella Roma, 27 a Roma. In Francia, per tutti, è “l’italiano”, si chiama Vincent Candela, campione d’Italia in giallorosso nel 2001. “Mi sarebbe piaciuto avere un ruolo a Trigoria, tra calciatori e dirigenza, occuparmi delle dinamiche del gruppo. Ho sempre chiesto, fin dai tempi di Baldini, poi ne ho parlato con Montella, con Di Francesco, sarei andato anche gratis. Forse non sono in grado, forse mi sono posto male. Un po’ mi è dispiaciuto”.

Un destino che lo accomuna a Francesco Totti, suo compagno di viaggio, sempre e per sempre. Lui e Checco, inseparabili da giocatori e ora da uomini amanti della vita e del padel. “E’ una follia che Francesco non faccia parte della Roma. Le sue maglie sono ancora oggi le più vendute, è uno conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. E’ la storia di questo club, forse è uno scomodo, magari fa ombra a qualcuno, non saprei. Uno come lui ci deve stare, magari insieme”.

La preferenza tra Totti e Zidane
“Uno ha giocato solo nella Roma, l’altro nel Real, nella Juve. Uno ha fatto cento gol e ha vinto tutto, l’altro trecento e vinto meno. Ma come si fa a rispondere? Impossibile”.

Essersi ritirato presto
“Quando sono andato via da Roma si è spenta la luce, sono partito lasciando 2 milioni e mezzo. Non ho mai giocato per soldi, altrimenti avrei tirato fino a quarant’anni”.

Gli attriti con Zeman
“Ci faceva fare delle cose che non mi piacevano e spesso litigavamo. Ero sul mercato, mi voleva Lippi all’Inter. Non sarei scappato di notte come altri”.

I malumori dopo il Roma-Milan del 2004
“Eravamo tutti arrabbiati con i brasiliani, scesi in campo pur essendo tornati tardi dalle vacanze di Natale. Il gruppo è il gruppo e in quel momento si era diviso”.

Il rapporto con Capello
“Facevo un po’ come volevo. Dopo le partite in trasferta, spesso restavo in città e alcuni giocatori chiedevano al mister se potevano rimanere con me. Con Capello era così: io do tutto, ma poi non mi rompere”.

Il compagno con cui ha litigato
“Aldair. Finimmo alle mani. Mi rimproverava in campo, platealmente. Nello spogliatoio ci hanno dovuto dividere. Ma Alda è uno dei miei migliori amici”.

I dissapori con Mourinho
“Avevo solo mosso una critica, a Tolosa, la scorsa estate, mi ha detto che era tutto archiviato”.

Il Candela del calcio odierno
“Theo Hernandez. Io giocavo pure col padre, Jean-François. Mi piaceva Zalewski, poi da sinistra è finito a destra e si è perso”.