Cancellata la svastica resta l’ira dell’Uefa. La Croazia chiede scusa ma arriverà una stangata

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Corriere della Sera (F. Monti) – Tratteggiare con un tagliaerba una svastica sul prato è un gesto gravissimo. Lo è in assoluto, per quanto una svastica rappresenta nella Storia; lo è in senso calcistico, perché quando si arriva a profanare il teatro della partita, per di più in uno stadio già chiuso al pubblico (per cori razzisti nella gara con la Norvegia), significa che non c’è limite al peggio. Cancellata la svastica, restano lo sconcerto e l’ira dell’Uefa. Già domani verrà aperta un’inchiesta: la Disciplinare partirà dall’esame del referto dell’arbitro inglese, Atkinson e la relazione del delegato, il danese, Daamrgard.

I dirigenti della Federcalcio croata, a cominciare dal n. 1, Davor Suker, apparso stravolto già durante la partita, sono convinti che sia in arrivo un’altra stangata e c’è chi teme addirittura l’esclusione da Euro 2016. Ha detto il presidente esecutivo, Damir Vrbanovic: «Saremo puniti severamente, questa è l’unica certezza; si è trattato di un’operazione calcolata; ora lo Stato ci deve aiutare, perché abbiamo preso uno schiaffo dagli hooligans e lo ha preso non soltanto il calcio». Invece l’episodio ha provocato una frattura profonda fra governo e federazione calcistica. La presidente della Croazia, Kolinda Grabar Kitarovic, di Fiume, eletta il 18 febbraio, non ha fatto sconti: «Lo scopo degli hooligans è quello di screditare l’intero Paese. Con questo atto è stato arrecato un danno incommensurabile alla reputazione dei cittadini croati in tutto il mondo. Vanno trovati al più presto i responsabili». In una nota, il governo ha chiarito che «la Federcalcio non ha fatto tutto quanto sarebbe stato necessario per impedire un episodio del genere. C’è stata negligenza, che ha danneggiato tutte le istituzioni che si battono per i valori democratici, europei e antifascisti».

La polizia ha iniziato le indagini non appena finita la partita di venerdì: una squadra di agenti in borghese ha fatto un sopralluogo e ha preso campioni di erba, probabilmente trattata con una sostanza chimica (la svastica si è vista con chiarezza quando sono stati accesi i riflettori) e nei prossimi giorni sarà esaminata al Centro per le analisi forensi di Zagabria. Ieri mattina sono stati interrogati gli addetti di una società privata incaricata della manutenzione del campo dello stadio Poljud ed è stata fatta denuncia contro ignoti. I giocatori sono apparsi amareggiati, anche perché si sentono impotenti. Lo ha spiegato Rakitic: «Non so che cosa sia successo, spero non sia qualcosa di imperdonabile e che il calcio croato non venga penalizzato ancora. I tifosi ci devono aiutare, noi abbiamo bisogno di loro e viceversa. Insieme tutto diventa molto più bello. Speravo che quella di Spalato potesse essere l’ultima volta senza tifosi». E Kovacic: «Noi non c’entriamo niente e siamo quelli che paghiamo per colpe che non sono nostre. Speriamo almeno di non essere estromessi dall’Europeo». Il tutto mentre in Rete circolano le possibili spiegazioni della vicenda. La teoria prevalente è quella di un «atto premeditato per danneggiare la Nazionale», come ha sottolineato il Jutranji List di Zagabria. È riemersa l’ostilità storica dei tifosi dell’Hajduk nei confronti della Federcalcio, considerata troppo legata alla Dinamo Zagabria e incauta nello scegliere Spalato per la partita con l’Italia. Decisione presa quando era apparso chiaro che si sarebbe giocato a porte chiuse.

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