Campo Testaccio, via la foresta dall’ex stadio. Domani scatta le bonifica

Leggo (L.Loiacono) – A guardarlo oggi sembra un campo, sì, ma di erbacce. Tanto alte da essere diventate alberi. Resta davvero poco della gloriosa storia di Campo Testaccio ma oggi, per la rinascita, il Campidoglio pensa di darlo in adozione ai privati per liberarlo dal degrado e dalla sporcizia in cui sprofonda. Tanto che domani parte la derattizzazione. Ad assicuralo, venerdì scorso, è stato l’assessore allo sport di Roma, Daniele Frongia, intervenuto in commissione sport e ambiente del municipio 1 presieduta dai consiglieri municipali Claudia Santoloce e Stefano Marin. Una commissione molto partecipata perché la questione del campo Testaccio sta a cuore a tutto il quartiere. La storia infinita del glorioso campo dell’As Roma, infatti, va avanti dal 2008 quando venne assegnato al Consorzio Romano parcheggi per costruire un parcheggio interrato a cui avrebbe fatto seguito la riqualificazione del campo con la costruzione dell’area di gioco e degli spogliatoi.

Ma la riqualificazione e il cantiere non sono mai partiti, è partita invece un’infinita querelle tra Comune e costruttori. Oggi in quella giungla di erbacce impazzano colonie di topi e fiumi di sporcizia, a ridosso del confinante asilo comunale i Coccetti e a due passi dalla scuola media Zabaglia. Un’emergenza pronta ad esplodere. L’assessore Frongia ha ammesso “la mancanza di fondi per avviare i lavori” ma intanto ha assicurato che domani partirà l’intervento di derattizzazione e a breve, forse già in settimana, sarà pronta la delibera per cancellare il progetto del parcheggio. Non solo, si pensa infatti di darlo in adozione. «Sono tanti i privati interessati alla riqualificazione – ha spiegato l’assessore – faremo un bando e un progetto con le associazioni di quartiere». Tutti in allerta, quindi: «Seguiremo la vicenda passo dopo passo – ha spiegato Yuri Trombetti, presidente dell’associazione Centro Solidale – siamo pronti a mobilitarci se i tempi si dovessero allungare ulteriormente».

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