Calcioscommesse, Tommasi: “Noi dobbiamo lavorare perché i genitori imparino dai figli come si vive il calcio”

Damiano_Tommasi

Un ‘inizio traumatico’ quello di Damiano Tommasi. Aveva smesso di giocare a calcio da due anni ed era appena diventato presidente dell’Associazione italiana calciatori quando tutto ha avuto inizio: “Il 2 maggio del 2011 sono stato eletto e il primo giugno ci furono i primi arresti“.

L’ex centrocampista della Roma, ospite del programma “Che tempo che fa” parla del calcioscommesse:Adesso siamo arrivati a scoprire che si e’ insinuato anche nel calcio minore, con le mafie che si interessano di calcio e lo utilizzano per fini illeciti“.

Passi avanti che si scontrano con il riesplodere del fenomeno nelle ultime settimane. “Stiamo cercando di insistere sui calciatori che sono l’ultimo anello di questa grande catena, ma anche il primo, perché senza di loro non si fanno scommesse. Bisogna che i giocatori puliti si ribellino, perché il rischio é che si perda l’entusiasmo e lascino il campo quelli positivi. Noi dobbiamo lavorare perché i genitori imparino dai figli come si vive il calcio“. Tommasi e i suoi non possono che andare avanti sulla loro strada, aspettando di raccogliere i frutti di quanto di buono hanno seminato.

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