L’allenatore dell’Atalanta Stefano Colantuono ha parlato della notizia del suo coinvolgimento nell’inchiesta della Procura di Cremona definendola “massacrante” per lui e la sua famiglia. “Non sto bene, non sono sereno – ha detto Colantuono – chi dice di esser tranquillo dopo una cosa del genere bluffa, e io non bluffo. E’ una vicenda che mi ha molto infastidito, molto turbato. Andrò da di Martino (il procuratore di Cremona che conduce l’inchiesta, ndr) al più presto per capire cosa è accaduto. Anche se qualcosa dall’ordinanza di chiusura indagini si può evincere, il riferimento è a quella partita lì (Atalanta-Crotone, ndr). E’ massacrante per me, i familiari, per tutti. Ma non posso permettermi il lusso di abbassare la guardia”.
“Ho un gran peso sulla testa ma devo scindere le cose. Lo devo alla proprietà e a tutto l’ambiente – racconta il tecnico atalantino -. L’Atalanta è la mia vita, il mio lavoro. Poi dimostrerò che sono totalmente estraneo, su questo non ci sono dubbi. Sarò in grado di gestire la situazione serenamente con i miei avvocati”
Colantuono non può fare a meno di ripensare a lunedì scorso: “Potrebbe risolversi tutto a breve, però la notizia è uscita e veder messa in discussione la mia immagine mi ha turbato. Ho saputo dai media di essere indagato. Ho ricevuto l’avviso l’altro giorno, devo andarlo a ritirare in questura”. Come se non bastasse, c’è l’Inter all’orizzonte: “La squadra ha lavorato come sempre, anche se i primi due giorni non sono stati semplici – ha concluso Colantuono -. E’ vero che in queste situazioni di solito l’Atalanta si compatta, ma è uno stimolo di cui avrei fatto volentieri a meno”.