Repubblica (M. Juric) – C’è un filo diretto che collega Roma con Riyad. Interessi economici e commerciali che spaziano dallo sponsor alle amichevoli, dal calciomercato allo stadio a Pietralata. E, chissà, in futuro alle quote di maggioranza del club dei Friedkin. La partnership è iniziata a tutti gli effetti nell’ottobre del 2023 con l’arrivo dello sponsor Riyadh Season. Un assegno da 25 milioni di euro per piazzare sulle maglie della Roma il simbolo dell’organizzazione governativa araba che si occupa di promuovere eventi culturali e sportivi.

Un’intesa stretta al Saudi Village a Villa Borghese tra il ceo Lina Souloukou Turki Alalshikh, presidente della General entertainment authority saudita. Quell’accordo, tra l’altro, ha portato la Roma a giocare un’amichevole contro l’Al-Shabab a gennaio, nel pieno della stagione sportiva. Se lo sponsor è stato la chiave d’accesso al mercato italiano, il calciomercato appena finito ha rafforzato i rapporti tra la Roma e il governo saudita.

La scorsa estate c’è stato l’affare Ibanez, ceduto all’Al-Ahli per 31,5 milioni di euro. Quest’anno gli affari Aouar (12 milioni dall’Al-Ittihad), Joao Costa ( 9 milioni dall’Al-Ettifaq) e Smalling, ceduto all’Al-Fayha. A febbraio scorso i Friedkin hanno smentito le voci di un’imminente cessione del club. Ma da mesi sono due i nomi che circolano con una certa insistenza: il fondo Pif, cassaforte del regno Saudita, e il nome di sua Eccellenza Turki Alalshikh, l’uomo dello sponsor. Si vedrà. Il finale di questa storia resta aperto, con le cifre di una possibile operazione che continuano a rimbalzare dentro e fuori Trigoria: 900 milioni subito, altri 300 sotto forma di clausola. Un’opzione da far scattare se e quando ci sarà il via libera del Campidoglio al progetto definitivo del nuovo stadio della Roma.