Striscioni, cori, ululati razzisti e una banana in stile Dani Alves. Una settimana dopo la telenovela di Genny ‘a carogna, con tanto di incidenti, polemiche, squalifiche di campo, l’Italia del pallone ci ricasca con una serie di nefandezze dagli spalti: dal gesto razzista a Bergamo ai cori di discriminazione territoriale a Roma, passando per gli slogan beceri da parte dei tifosi livornesi all’ indirizzo di Giuseppe Rossi (“Rinaudo spezzagli una gamba” e “in Brasile in carrozzella”) che hanno scatenato la reazione della fidanzata di ‘pepito’ via twitter (“vi odio”). Insomma, un’altra domenica sportiva da dimenticare per una stagione nera. Che finira’ cosi’ come era iniziata: con una curva chiusa per razzismo (la Sud della Roma, un’eredita’ dei cori razzisti della stagione precedente) e uno stadio interdetto (il San Paolo la prossima settimana) dopo i fatti della finale di Coppa Italia. Dopo i cori, gli striscioni, le squalifiche per la discriminazione territoriale, daspo a go-go, feriti, arrestati, la penultima giornata di campionato regala anche il remake della banana razzista. Scongiurato il pericolo scontri, di cui si temeva alla vigilia, a Bergamo, citta’ che solitamente non si distingue certo per il bon ton sportivo, e’ andata in onda ancora una volta l’idiozia, con i tifosi atalantini che lanciano una banana al milanista Constant. Un gesto che riporta d’attualita’ quanto accaduto il 27 aprile a Dani Alves nel corso di Villareal-Barcellona e la cui reazione e’ valsa piu’ di 100 spot antirazzismo. Oggi Constant non l’ha sbucciata e mangiata come fece il terzino blaugrana – e che ha dato il via a un movimento mondiale via social network che ha coinvolto non solo milioni di anonimi tifosi, ma anche presidenti e primi ministri – ma solo raccolta e gettata via. Accadde anche a Roberto Carlos ai tempi in cui giocava in Russia nell’Anzhi e accadde anche a Mario Balotelli a Euro 2012, durante un’Italia-Croazia. Sempre l’attaccante azzurro fu protagonista involontario di un altro episodio analogo, questa volta pero’ fuori dal campo. Nel giugno 2009 l’ex interista si trovava a Roma, zona Ponte Milvio, quando fu contestato da un gruppo di tifosi della Roma: sfotto’ e cori, conditi dal lancio di due banane. Reagi’ lasciando il campo anche l’ivoriano Marc Zoro, durante un Messina-Inter del novembre 2005. Mentre fischi ed insulti piovevano dagli spalti, lui se ne ando’ portandosi via anche il pallone. “Forza Daniele!” sono stati invece gli striscioni mostrati sugli spalti dello stadio Olimpico dai sostenitori giallorossi, rivolti all’ultra’ Daniele De Santis, coinvolto nei fatti avvenuti prima della finale di Coppa Italia di una settimana fa. E tanto per rendere ancora piu’ acceso il clima sono stati intonati cori solo per offendere i napoletani (“O Vesuvio lavali col fuoco” e “Odio Napoli”) e le forze dell’ordine. Anche i campionati minori non sono esenti da episodi rimarchevoli: ad Ascoli, in una partita valevole per la finale play off del girone B del campionato di Promozione, un petardo ha raggiunto, per fortuna senza conseguenze, un collaboratore di linea, costringendo l’arbitro ad interrompere la gara al 10′ del secondo tempo.
ANSA