Calafiori: “Tanti compagni mi hanno dato la forza per affrontare l’infortunio, diversi anche della prima squadra e non me l’aspettavo”

Riccardo Calafiori, terzino della Roma Primavera, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Roma TV. Ecco le sue parole:

“È stato un anno difficile, sicuramente il più impegnativo sia dal punto di vista calcistico che umano”.

La dedica di Dzeko?
Stavo guardando la partita in ospedale e non mi aspettavo un gesto simile. Durante la stessa partita, Kluivert aveva esultato mostrando la maglia dedicata a Nouri, il suo amico. È stato bellissimo vederlo, non ci credevo.

L’operazione in America?
Il viaggio sicuramente è stata la cosa più difficile che ho affrontato, avevo un ginocchio tre volte più grande dell’altro, avevo la febbre e mi sentivo insicuro. Il chirurgo che ho incontrato appena arrivato mi ha dato fiducia e forza, ero sicuro del buon esito dell’operazione.

Qualcuno che ti ha dato la forza di riprenderti?
Diciamo che nei primi giorni non pensavo nemmeno al rientro in campo, perché era talmente lontano che lo vedevo come irraggiungibile. Tanti compagni mi hanno dato la forza per affrontare quel punto, diversi anche della prima squadra e non me l’aspettavo. Daniele De Rossi mi è stato molto vicino.

C’è stato un momento in cui hai temuto di non farcela?
Il primo giorno di fisioterapia, non riuscivo ad alzare la gamba, ma già dal giorno dopo la situazione è migliorata e sono riuscito a rientrare in fretta.

L’infortunio ti ha reso più sensibile?
Già lo ero di mio, ma dopo l’infortunio lo sono diventato ancora di più.

L’infortunio di Bouah?
Siamo molto uniti, è difficile perché è il suo secondo infortunio, so quanto è difficile recuperare.

Voi due terzini della Roma in futuro?
Magari, mi basterebbe giocarci insieme anche solo una partita. Ci penso spesso, spero che possa accadere.

Il rientro in squadra?
Ho fatto il ritiro, aggiungendo sempre minutaggio sulle gambe e mi sono presentato pronto alla prima partita di campionato, poi è il mister a prendere le scelte. Non ho paura di giocare, fisicamente sto anche meglio di prima.

La vittoria con gli Allievi è il tuo ricordo più bello?
Sì, negli anni precedenti non ho vinto molto, è un ricordo indelebile e bellissimo. Speriamo di vincere anche quest’anno.

Il giocare sotto età?
Durante la prima partita ero teso e inizialmente facevo fatica a tenere i ritmi in gara. I miei compagni mi sono stati sempre vicino e mi hanno aiutato.

Quanto sei romanista?
Da 1 a 10, 100. Mio padre mi ha trasmesso questa passione e andavo allo stadio con lui. Quando la Roma giocava di sera non cenavo per l’ansia.

Il primo giorno a Trigoria?
Quando mia madre mi ha detto che la Roma l’aveva chiamata per il provino ero felicissimo, poi i primi giorni ero teso e non è stato facilissimo. Il mio sogno con la Roma? Esordire in Serie A e continuare per tutta la carriera con la Roma.

 

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