La Gazzetta dello Sport (M. Fallisi e A. Pugliese) – I gemelli diversi sono nati nel 1996, a sei mesi e 450 chilometri di distanza. Una voglia rossonera sul cuore Davide Calabria, una giallorossa Lorenzo Pellegrini, e per entrambi una fascia al braccio nel destino. Per i figli del vivaio come loro non c’è nulla di più naturale, specialmente se la storia comincia nella squadra per la quale hai sempre tifato. Capitani, tifosi, leader cresciuti nelle squadre che oggi guidano: in Italia non c’è nessuno come loro. “Mi viene da pensare a mio padre, che mi ha trasmesso tutto questo spettacolo, tra romanità e romanismo”. Subito dopo il trionfo di Conference League a Tirana del 2022 Lorenzo Pellegrini pensò a papà Tonino, colui che gli ha trasmesso la passione per la Roma.
Poi è arrivata la fascia, dopo un Roma-Spezia in cui Dzeko mandò a quel paese Fonseca e il tecnico portoghese decise di cambiare definitivamente: la fascia a Lorenzo. Essere capitano della Roma, per uno cresciuto a pane e Roma, era una opportunità impossibile da rifiutare. Proprio come è successo a De Rossi adesso, che in Pellegrini rivede un po’ anche di sé. Da quando è arrivato De Rossi Pellegrini è di fatto rinato, tornando ad essere decisivo come lo era stato nel primo anno di Mourinho. E forse è anche per questo che adesso il capitano è tornato a volare, perché chi lo allena è stato capitano romano e romanista come è lui.