Il Messaggero (G.Lengua) – L’ex calciatore della Roma, Nicolas Burdisso, ha rilasciato delle dichiarazioni in merito ai difensori attuali, dal ritorno di Smalling in giallorosso, a Kumbulla, Ibanez e Mancini. Queste le sue parole:
Smalling è il leader della difesa della Roma, ha fatto bene la società a lottare fino all’ultimo per averlo?
Sì, ma secondo me è stata una scelta dell’allenatore perché c’è stato di mezzo il cambio di proprietà. È stata la scelta giusta da fare per aiutare la crescita di Kumbulla e Mancini. È un giocatore che a livello carismatico dà tantissimo alla piazza, ha saputo conquistarla subito cosa non semplicissima. Fisicamente sta bene e spero che possa continuare diversi anni perché la Roma ha bisogno di giocatori così.
Che prospettive hanno Ibanez e Kumbulla?
Ibanez lo conosco bene, sta imparando tantissimo e deve continuare per questa strada. Kumbulla l’anno scorso ha fatto un ottimo campionato. Sono cambiati i tempi perché dopo una buona stagione devi essere pronto a cambiare squadra, andare in una grande piazza come Roma ed essere preparato. Tra tutti i difensori della Roma, Kumbulla è quello che ha più caratteristiche difensive.
Mancini ha margini di crescita?
Ha fatto qualche sbaglio, ma ha avuto un ottimo impatto con la gente. Arrivava da un sistema di gioco totalmente diverso in cui i punti di riferimento li ha sempre avuti, mentre nelle grandi squadre, e come interpreta il calcio Fonseca, devi pensare e avere tempi diversi nelle azioni sia in entrata che in uscita.
Karsdorp sta crescendo, è merito di Fonseca?
Mi ha sorpreso quando non ha fatto bene, aveva tutte le caratteristiche per abituarsi alla tattica italiana e fare il salto di qualità. Puntare su di lui adesso, nonostante non abbia giocato un grande campionato al Feyenoord, mi sembra una scelta matura e seria. Ha sentito la fiducia della società.
A sinistra, oltre a Spinazzola, c’è Calafiori. Come lo valuta?
Lo conoscevo dalla Primavera. Sono tanti i ragazzi del settore giovanile della Roma che sono pronti e meritano una possibilità. Non dare spazio ai ragazzi è un limite del calcio italiano, i giovani bisogna promuoverli, spingerli e lasciarli sbagliare.