REPUBBLICA.IT (M. PINCI) – Quattro anni a Roma, un secondo posto con Ranieri appena arrivato, tante emozioni, qualche dispiacere.Nicolas Burdisso, neo difensore del Genoa, saluta la città, non senza un filo di emozione. E si toglie qualche sassolino: “La Roma puntava su altri, non potevo restare”.
Dopo quattro anni e mezzo, il tempo a Roma era proprio finito? Perché?
“La società mi ha fatto capire che da giugno avrebbe puntato su altri nomi. Io però devo pensare per me, al mio presente. E per non avere futuro a Roma, non aveva senso aspettare l’estate, preferivo fare i bagagli e andare via ora”.
Come hai scelto dove andare?
“Nel momento di lasciare Roma bisognava fare la scelta giusta. Mi sento ancora capace di giocare a questi livelli, e in Italia ho già giocato con Inter e Roma, il meglio che c’è”.
Sembra di capire che il club abbia pesato abbastanza nella scelta di lasciare Roma.
“Mi hanno fatto capire che puntavano su altri. E basta”.
Prima di partire aveva parlato della volontà di andarsene con l’allenatore?
“No, con Garcia non ho parlato… Ma entrambi siamo stati chiari l’uno con l’altro dall’inizio: lui mi ha detto che avendo tre centrali di livello doveva sceglierne due e puntava sugli altri due, per la prima volta mi sono trovato a essere io quello escluso in un ballottaggio. Per i miei due colleghi sono contentissimo, ma io dovevo fare considerazioni diverse”.
Sembra quasi non volesse accettare la concorrenza…
“Al contrario, ho scoperto che la concorrenza può fare benissimo al rendimento della squadra. Ma non era questo il momento giusto. Ne ho parlato con la mia famiglia e loro erano d’accordo: in casi così bisogna lasciare da parte i sentimenti che mi legavano alla città e ai tifosi”.
Tifosi con cui ha diviso tanti ricordi, felici e no. Il più bello?
“Mi porterò sempre dietro i cinque derby vinti di fila. Quasi come uno scudetto. E poi, la cavalcata nel mio primo anno, quando abbiamo sfiorato il titolo: ecco, quello mi è mancato”.
Chi sarà l’erede di Burdisso a Roma?
“La società ha due giovani come Romagnoli e Jedvaj, al club dico di far crescere loro: è indispensabile fare esperienza per poter giocare in una squadra così”.