Corriere dello Sport – Burdisso: “Roma, torno presto”

«Mi sento bene per essere il primo giorno dopo l’operazione. Adesso penso soltanto a recuperare il più in fretta possibile. La volontà non mi manca, torno presto»  Nicolas Burdisso ha lasciato la casa di cura privata Villa Margherita nel pomeriggio quando mancavano pochi minuti alle quindici. Neanche due giorni di clinica per il difensore argentino: arrivato sabato sera, operato domenica mattina ha salutato ieri lo staff medico che lo ha seguito. Ad attenderlo c’erano la moglie Belen, uno dei medici sociali giallorossi dottor Fioretti e l’autista del club con un grande suv scuro. Burdisso ha chiesto al medico della nazionale argentina che lo ha seguito fino a Roma, il dottor Martinez, di restare ancora nella Capitale, almeno sino a fine settimana. Tra una decina di giorni il primo controllo.

La sedia a rotelle che ha accompagnato Burdisso fino alla macchina, si è fermata all’ingresso di Villa Margherita: «Come farà la squadra senza un leader come me? Non penso a questo, ma solo al bene della Roma, che anche senza di me può arrivare a livelli molto alti. Di leader poi ce ne sono tanti altri…». Altri in grado di svolgere un ruolo importante all’interno dello spogliatoio della Roma. Totti il primo nome, ma anche Heinze. E proprio loro sono due dei compagni che Burdisso ha detto di aver sentito dopo l’operazione:«Ho parlato con il capitano, sì. E anche con Gabi, che ha avuto un infortunio simile al mio. Le loro sono state parole di conforto, mi hanno detto di avere pazienza e di concentrarmi sul lavoro giorno dopo giorno».  Come sabato, quando aveva visto in tv, dal letto della sua stanza al primo piano, l’Inter, domenica sera si è sintonizzato sulla sfida tra i suoi compagni e il Lecce: «Li ringrazio perché mi hanno dedicato la vittoria. Mi sono divertito a guardarli, spero mi diano altre possibilità di divertimento… Dico grazie anche a tutti i tifosi che mi sono stati vicini dopo l’infortunio».

Sei o sette mesi. E’ il tempo che ci vorrà per rivedere Burdisso in campo. «Ma la forza di volontà può incidere tantissimo nel recupero, anche per accorciare i tempi»  hanno fatto sapere dalla clinica Villa Margherita. E Burdisso è uno che di volontà ne ha da vendere. Quanta? Ieri mattina, molto presto, quando gli infermieri lo sono andati a trovare nella sua stanza, lo hanno trovato che faceva gli esercizi consigliati dall’ortopedico che ha eseguito l’intervento, il professor Cerulli. Piccoli piegamenti dell’articolazione, dieci da una parte, dieci dall’altra e dieci minuti pausa, Nicolas aveva già cominciato. Il legamento crociato posteriore è stato fissato con due viti, il menisco è stato suturato e stabilizzato e la frattura del piatto tibiale ridotta. «Nella sfortuna gli è andata bene» il commento dei medici che hanno seguito la fase di ricovero di Burdisso. Il difensore, per Natale, tornerà in Argentina: nel suo Paese trascorrerà parte della degenza.

Nessun indennizzo. Come anticipato la Roma non è intenzionata ad andare allo scontro con la federazione argentina per l’infortunio di Burdisso. Il rimborso semmai può derivare dall’assicurazione che l’Afa, appunto la Federcalcio argentina, ha stipulato per casi del genere. Una parte del premio previsto potrebbe essere destinato al club che detiene la proprietà del cartellino del giocatore infortunato, alla Roma servirebbe per pagare una quota dell’ingaggio. I discorsi però, quando ci sono di mezzo le assicurazioni, sono sempre molto lunghi: prima andranno valutati e quantificati i gradi di invalidità, temporanea e permanente.
Corriere dello Sport – Alberto Ghiacci

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