Se decidesse in base ai precedenti della Roma con Panathinaikos e Bayern, per prima cosa Luis Enrique dovrebbe spedire Burdisso in tribuna: fulminato una volta da Cisse e un’altra da Klose, cosa potrà combinare domenica quando se li troverà di fronte entrambi? E invece l’unico (quasi) sicuro di giocare al centro della difesa è proprio l’argentino. In effetti, uno dei più utilizzati in assoluto dall’allenatore spagnolo. Nemmeno il jet lag sembra averne ridotto l’efficienza. Ieri, appena rientrato dall’Argentina, Luis Enrique lo ha subito provato nella difesa titolare, ed era il solito Burdisso: concentrato, sul pezzo.
Chi gli farà compagnia? Per lo stesso motivo, ci si potrebbe sbilanciare su Kjaer, schierato accanto a Burdisso nella partitella di ieri. Meno affidabile dell’argentino, ma con picchi di qualità più alti. Solitamente, in 90′ fa un paio di interventi prodigiosi e una papera. Luis Enrique si può fidare? Il danese ha il morale a mille: in settimana ha annichilito Cristiano Ronaldo e compagni, contribuendo al 2-1 della Danimarca sul Portogallo. In crescendo Heinze, dalla sua, ha il merito di non essersi mosso da Trigoria. Luis Enrique lo ha provato e riprovato, continuando ad apprezzarne grinta, prestanza fisica e senso della posizione, le sue caratteristiche migliori. La stagione dell’altro argentino è stata un crescendo: di presenze e rendimento. Dalla doppia panchina con lo Slovan alle prestazioni impeccabili con Parma e Atalanta. Con Burdisso c’è feeling. Infatti, la coppia tutta argentina è la più utilizzata da Luis Enrique.
Dimenticato e recuperato Il povero Juan, invece, non ha giocato ancora un minuto. Nemmeno mai convocato, eppure giura di sentirsi pronto da almeno tre settimane. Luis Enrique, prima della sfida con l’Atalanta, è stato chiaro sul suo conto. «Ha ancora bisogno di tempo». Sarà stato sufficiente questo periodo di sosta? Il brasiliano se lo augura. Una nuova bocciatura potrebbe spingerlo a chiedere di essere ceduto a gennaio. Chi parerà? Stekelenburg, al rientro. Anche perché Lobont si è fermato, vittima di un probabile stiramento al flessore. Paura delle uscite o no, stavolta l’olandese non può tirarsi indietro.
Gazzetta dello Sport – Alessandro Catapano
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