Buffon: “Siamo un movimento che può dominare in Europa League e Conference. Con il Parma in A potrei sentirmi realizzato”

Intervistato da La Gazzetta dello Sport alla Milano Football Week, Gianluigi Buffon ha parlato del momento delle italiane in Europa, ma anche del Parma e del suo futuro. Ecco le sue dichiarazioni:

Il momento della Juventus?
“Ha avuto qualche problema in quanto a defezioni, all’inizio anche il mister poteva contare su Pogba, su Chiesa: si è ritrovato con l’assenza di questi due-tre giocatori che sono dei punti cardine, dei punti di riferimento. Hanno in dote la giocata che ti può far vincere qualsiasi gara. Poi si è aggiunto il problema della penalizzazione in corso, prima data e poi tolta: adesso non si sa, sono situazioni che creano instabilità e incertezza, la stagione della Juventus è ingiudicabile, Allegri ha fatto fronte a delle avversità che non avrebbe mai immaginato. Se dovessero vincere l’Europa League e andare in Champions sarebbe una stagione buona anche in virtù di quello che hanno dovuto affrontare”.

È una stagione importante per il calcio italiano in Europa.
“Sono felicissimo, rivedere l’italia che prepotentemente si riaffiaccia al gotha del calcio e sgomita per sedersi nei seggiolini davanti mi rende orgoglioso. In Champions ci sono stati fattori fortunati per i sorteggi, ma ci sta anche questo, in certi momenti non bisogna andare per il sottile ma guardare il concreto. Già avere una finalista era traguardo impensabile, questa forza io pensavo potesse averla solo la Juventus, ma comunque sono stato felicissimo. Per il resto siamo un movimento che può dominare in Europa League e Conference. Se non sei abituato a vincere non ritroverai mai. Atletico e Siviglia hanno prima vinto l’Europa League e poi sono diventate protagoniste in Champions”.

Siviglia-Juventus?
“È stata una partita già equilibrata all’andata, il pareggio di Gatti ha dato gran mano alla Juventus dal punto di vista psicologico. La Juventus in trasferta può esprimersi bene, ma il Siviglia in casa si esprime meglio che fuori casa. Gara da 50 e 50”.

Il derby?
“Per quanto raccolto dal Milan in questi due anni, con meriti di tutti, vorrei emozionarmi, vorrei rimanere per 90 minuti attaccato alla tv per credere che il Milan possa farcela. L’Inter all’andata è stata straripante, ma secondo me non c’è tutta questa differenza. Il Milan non merita di uscire così, merita di uscire con un’altra sensazione. Poi, certo, meriterebbe anche l’Inter”.

Il ruolo dei portieri è cambiato?
“Sì, diciamo che è cambiata la richiesta, negli ultimi tre anni se non calci a 90 metri non puoi più giocare a calcio”.

Ora il sogno è riportare il Parma in Serie A.
“Da solo non ce la potrei fare, devo dire che nell’ultimo periodo abbiamo ingranato una marcia diversa rispetto al recente passato. L’anno scorso ho temuto si potesse addirittura fare il doppio salto all’indietro, invece devo dire che i ragazzi ci stanno aiutando”.

Ti senti il migliore di sempre?
“Mi sento un professionista che ha avuto un ritorno, ma l’ho fatto al meglio. Mi sento fortunato per la carriera che ho fatto, non mi arrogo il diritto di sentirmi il migliore di sempre, non ci sono metodi per giudicare questo. È anche casuale, io sono fortunato perché sono italiano e ho giocato nella Juventus, se fossi nato in Malawi magari non sarebbe andata così”.

Il Mondiale vinto con l’Italia?
“Il sogno irrealizzabile. L’ho sempre visto lontanissimo, anche quando ho capito che potevo arrivare a un certo livello. La trovavo una coppa sempre solenne, troppo ieratica per quello che ero io. È il traguardo più grande, probabilmente non pensavo di meritarla e vincerla è stato incredibile. Tutto ci è girato veramente bene”.

C’era una chimica particolare?
“Sì, c’era un’unione, uno spirito di intenti. Forse non eravamo la squadra più forte del mondiale, ma sicuramente eravamo la più difficile da battere. La fratellanza e lo spirito di sacrificio che avevamo in campo in ogni partita nessuna squadra l’avrebbe potuto avere meglio”.

Gioia incredibile in Inghilterra con la nazionale, ma due mondiali saltati. Cosa non va?
“È la legge del contrappasso, ogni tanto il dazio lo devi pagare. La vita ti chiede qualcosa indietro, agli Europei siamo stati bravissimi però obiettivamente tutto è andato bene, tutto si è incastrato. E poi invece tutto è andato male: hai sbagliato due rigori che ne bastava uno, sei uscito con la Macedonia che, al di là di tutto, ha fatto mezzo tiro in porta”.

Hai mai sognato un altro giro in Nazionale?
“Speravo magari che, se fossero andati al sesto mondiale, qualcuno pensasse che mi poteva fare piacere. Però non ne ho mai parlato con nessuno, diciamo che abbiamo risolto alla radice non qualificandoci”.

Una partita speciale?
“L’eliminazione col Real Madrid, la porterò sempre nel cuore. È finita come è finita, ma è stata una partita incredibile e quelle cose ti restano. La peggiore? L’Italia in finale di Europeo con la Spagna, eravamo inferiori a loro ma potevamo fare di più”.

Deluso per il Pallone d’Oro 2006?
“No, perché? Ci speravo, certo, ma sarei rimasto deluso se l’avesse vinto una persona non meritevole, invece l’ha vinto un amico e un campione”.

Se il Parma andasse in Serie A giocheresti ancora?
“Diciamo che potrei sentirmi un uomo e un professionista che ha realizzato tutti i suoi obiettivi. Per il resto, se fossi certo di una cosa o dell’altra lo direi: la verità è che voglio arrivare come arrivo a queste ultime partite a livello mentale”.

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