Bruno Conti ha rilasciato un’intervista ad Alessandro Angeloni su Il Messaggero. La leggenda giallorossa ha parlato in particolare della Nazionale e di alcuni talenti scoperti a Trigoria:
Ci sarebbe stato bene in quel gruppetto di fantasisti andati a Coverciano?
“Ma no, loro erano tanta roba”.
Beh, lei non era certò da meno.
“Diciamo che qualcosa di buono l’ho fatto. Ma il nostro numero dieci era Antognoni. Lui una grande testa”.
“State tranquilli, Spalletti in questo è fantastico. Sa preparare bene il gruppo, peccato ci sia stato poco tempo a disposizione, ma sono sicuro che vedremo un’Italia all’altezza”.
Lei è stato uno dei primi a credere in Luciano, giusto?
“Era il 2005, allenavo la Roma, c’era bisogno di dare una mano per riaggiustare una stagione maledetta. E la società doveva cercare il mio sostituto per ricostruire e per ridarmi il ruolo da dirigente. Andammo a giocare a Udine una semifinale di Coppa Italia, la Roma passò il turno ma subì dal primo all’ultimo minuto, siamo stati messi soto dalla squadra di Spalletti. Rimasi colpito da come giocava la sua squadra e mi sono detto, perché non portarlo a Roma? Con Daniele Pradé e Rosella Sensi scegliemmo lui come uomo del futuro. Lucio accettò con entusiasmo e poi quelle stagioni hanno fatto bene alla Roma e a lui stesso”.
Fino ad arrivare in Nazionale.
“Se lo merita. Non ho mai visto un allenatore con quelle capacità: tattiche e umane. E’ un insegnante di calcio. Con lui alla Ro- ma ci siamo divertiti, in quattro anni ha portato un calcio spumeggiante, lui è uno che lavora sui minimi particolari”.
“Le sue squadre sono sempre propositive, e negli anni si sono addirittura evolute. Sa scegliere i calciatori, si contorna di uno staff serio e preparato, da Domenichini a Baldini fino a Savorani. Gente che ora farà il bene anche della Nazionale. E poi umanamente è eccezionale. Crea un rapporto incredibile con il gruppo. Una volta, era in ritiro a Trigoria con la squadra e decise di portare tutti i giocatori a casa di Totti, che si era appena operato. Insomma, sono italiano e devo essere fiducioso. E’ chiaro, abbiamo passato delle delusioni e ora è il momento di reagire. Io sono convinto che Spalletti stia facendo e continuerà a fare un grande lavoro. Bisogna stare solo attenti quando comincia a passarsi le mani sulla testa, li vuole dire che sta vedendo qualcosa che non gli piace…”.
L’ha sentito ultimamente?
“No, ma mi bastano i suoi messaggi nei momenti giusti”.
Questa è un po’ la sua Nazionale e non solo per Spalletti. Ci sono alcuni calciatori che ha scoperto lei. Cominciamo da Pellegrini?
“Lorenzo è cresciuto tanto in questi anni, è più responsabile, indossa con passione la fascia da capitano della Roma e ora anche la “dieci” in Nazionale. E’ stato uno dei punti di forza nelle varie squadre del settore giovanile e ora è un punto fermo della Roma di De Rossi. Merita di godersi questo Europeo, visto che ha dovuto saltare il precedente per infortunio. Quindi è l’occasione giusta per Lorenzo”
Parliamo di Frattesi?
“Una forza della natura, pure lui è arrivato giovanissimo da noi. E’ un centrocampista completo: corsa, capacità di inseristi, fa gol”.
Un rimpianto ce l’ha tutto l’ambiente Roma per Calafiori.
“Riccardo con noi è stato sfortunato. Era, ed è un talento meraviglioso. Testa alta, forza fisica, intelligenza. Peccato quel brutto infortunio subito qualche anno fa, quando era ancora un ragazzo. La Roma ha fatto le sue scelte, lui ora viene da una stagione fantastica con il Bologna e io non posso che essere felice per lui. Spero si faccia strada anche in azzurro”.
E infine Scamacca, che da Trigoria è scappato presto.
“Gianluca fece quella scelta di andare al Psv, ora è tornato in Italia dove Gasperini ha avuto modo di lavorarci e di farlo crescere. E’ un attaccante completo, gioca di destro e di sinistro, è forte e tecnico. Un po’ Vieri e un po’ Dzeko con le dovute proporzioni, ovvio. Ma parlando di caratteristiche, abbina la tecnica di Edin e la forza fisica di Bobo”.
L’Italia ha bisogno dei gol di Scamacca, anche perché le Nazionali più forti hanno bomber di altissimo livello, da Kane a Mbappé, fino a Morata e Lewandowski.
“Questi sono tutti campioni, sicuramente più esperti di Scamacca. Ma mi aspetto tanto da lui, Spalletti anche immagino”.
L’Italia è tra le favorite?
“Parte un passo indietro, ma sappiamo bene come la nostra Nazionale nelle competizioni importanti si fa sempre valere. Siamo una Nazionale giovane e di talento, che non arriva solo da romanisti. Barella e Chiesa sono due calciatori di talento, Lucio può contare sull’esperienza di Jorginho, sulle capacità e la forza di Donnarumma, insomma su quelli che hanno vinto l’Europeo tre anni fa. E’ chiaro che la Germania, la Francia hanno di base qualcosa in più. E inserirei anche il Portogallo”.