Il centrocampista a stelle e strisce funziona eccome. Si porta dietro il bagaglio tecnico di chi le ha già provate tutte. A questo punto non è più una scommessa, con lui si va sul sicuro. Ed il percorso che lo porta nella Capitale procede in modo lineare. Solo una toccata e fuga nel Chievo. Capita quando si ha la stoffa del campione. Un elemento tuttofare che non è sfuggito ai palati fini del campionato italiano. Dove lo metti, lui sta: mezzo esterno o a presidio della retroguardia, interdizione e geometria. Sicurezza pura nell’orchestrare la linea mediana. In gialloblù esordisce contro il Parma, alla seconda giornata, seguono altre 34 presenze e un gol. Quello che alla vigilia di Pasqua stende il Catania e le sue ambizioni europee. Figlio d’arte, con Bradley senior (attuale allenatore dell’Egitto) che gli apre le porte della nazionale statunitense di cui è ct. Da allora, il centrocampista ne diventa un punto fermo. (…)
C’è la ribalta europea ad attenderlo, l’avventura olandese culmina nella qualificazione in Coppa Uefa con l’Heerenveen. E nel 2007 si fregia del titolo annuale di miglior calciatore statunitense. Da qui il passaggio in Bundesliga, altri tre anni con la maglia del Borussia Monchengladbach. Esperienza che riesce a rodarlo, abbastanza da potersi permettere di assaggiare anche la Premier League. Ma con l’Aston Villa (in prestito) non dura, e allora nell’ultimo giorno di mercato si presenta il Chievo mettendo sul piatto 1,2 milioni: Bradley arriva in Italia a prezzo di saldo. E ci mette poco per fare breccia nelle idee tattiche di Mimmo Di Carlo. Gli mancava la prova del nove, il campionato italiano. (…)
Corriere dello Sport – A. Ancona