Corriere dello Sport (J. Aliprandi) – Edoardo Bove contro il Sassuolo non avrà giocato la sua miglior partita, certo, ma non smette mai di essere un esempio per attitudine al lavoro, forza di volontà e passione per i colori giallorossi. Del resto il ragazzo è a Trigoria da quando aveva dieci anni e adesso, dodici anni dopo, è ancora più affamato di quando ha cominciato. Sicuramente con tanta, tanta voglia di prendersi altre soddisfazioni con questa maglia e questo allenatore che lo ha lanciato nel grande calcio quando Edoardo era davvero a un passo dal prestito alla Triestina, in Serie C: “Nel momento in cui un allenatore ti dà tanta fiducia, ripagarla è ancora più bello”, ha dichiarato Bove ai microfoni di Dazn.

La stima per Mourinho è un punto fisso per lui, così come il sentimento di gratitudine per il lavoro che sta svolgendo per aiutarlo a crescere e maturare calcisticamente: “Il mister è un maestro in quello che ci trasmette in campo, la mentalità e la cattiveria che dobbiamo avere in campo e in allenamento allo stesso modo. Dandomi questa fiducia e responsabilità mi ha aiutato a crescere. Una cosa è giocare senza pressione, come giovane che inizia, un’altra è confermarsi partita dopo partita che è la cosa più difficile da fare. In generale la carriera di un calciatore porta i ragazzi giovani a crescere da subito. Un ragazzo di 18 anni si trova in uno spogliatoio con uomini con figli, gli argomenti e le responsabilità sono diverse, e cresci sotto altri punti di vista. È come se fosse elevato all’ennesima potenza. Anche la maturazione che vedi in te stesso è elevata, vedi miglioramenti. Se non stai sul pezzo rischi di accontentarti, ma è bello essere così al centro di un progetto”.

Mai accontentarsi, dice Edoardo. E in effetti lui ha voglia di fare sempre di più. Ad esempio non si è accontentato del calcio, dei suoi milioni e della fama, ma ha voluto proseguire gli studi all’università per poter crescere e aprire la mente sempre di più: “Spesso il calciatore viene visto come ignorante. La formazione che riceviamo qui mi è utile come fosse un allenamento mentale, mi aiuta a pensare più velocemente. Non sono riuscito a finire la scuola perché mi dovevo allenare e ora sono grato alla Luiss perché non permette che lo sport sia un ostacolo alla formazione dell’individuo”. Allenare il corpo ma anche la mente, un processo che non tutti i giocatori svolgono per migliorare.