Roma, la sua Roma: quella dov’è cresciuto – la Boreale, zona Camilluccia – e quella che ha tifato sin da bambino e che, una volta grande, gli ha detto che non si potesse continuare insieme. La città eterna e la sua rappresentate giallorossa sono al centro dell’intervista di Edoardo Bove a la Repubblica. Di seguito le parole del centrocampista trasferitosi in estate alla Fiorentina.

Il progetto a cui intanto sta lavorando si chiama “CasaViola”. Non si tratta di quella della Fiorentina di Palladino. Ma del centro sportivo al Don Orione dove gioca e la Boreale e di cui Edoardo Bove ora è proprietario insieme al presidente Leandro Leonardi.

Com’è nata l’idea?

“Ho sempre mantenuto i rapporti con i ragazzi e la famiglia Leonardi. Andavo a vedere le loro partite, vedevo i bambini allenarsi e pensavo che si potesse fare qualcosa di più. Allora ho proposto al presidente di comprare il centro sportivo e lui ha accettato con entusiasmo”.

Qual è il suo ruolo?

Sicuramente metto i soldi (ride, ndr) perché rifare da capo un centro sportivo costa tanto. Però, oltre all’investimento, qui conta il cuore: questa società mi ha dato tanto e dovevo sdebitarmi”.

Quindi niente calciomercato o allenatori da esonerare?

“No, quello no. So tutto quello che accade, mi chiedono consigli e aiuti vista anche la mia posizione. Mi coinvolgono sulle scelte importanti e io do la mia opinione. Ma sto sempre al mio posto, l’ultima parola non è la mia”.

E allora perché investire in un progetto simile?

“Volevo dare ai ragazzi quello che ho sempre avuto io”.

Cosa?

“Non mi è mai mancato nulla, mi sono allenato in un ambiente sano, rispettoso. Vogliamo creare un clima che possa permettere ai ragazzi di divertirsi. Che è poi il segreto per diventare calciatore”.

Lei lo conosce?

“Io credo ci siano due strade per arrivare ad alti livelli. C’è chi viene dalla strada e si gioca tutto per dare alla famiglia una vita diversa con una motivazione dentro che i nostri ragazzi non possono avere. Ma se inizi così rischia anche di non arrivare mai. Noi dobbiamo far concentrare i ragazzi sul voler diventare calciatore, voler venire agli allenamenti per divertirsi e giocare semplicemente a pallone. Anche quando non c’è pressione”.

Non proprio l’aria che si respira nelle scuole calcio.

“È il motivo per cui ho scelto questo progetto. Alla Boreale vogliamo regalare ai ragazzi un ambiente tranquillo, farli sentire a casa. Sbagli? Perdiamo la partita? Non c’è problema. Tutti dicono che l’Italia non sforna più talenti. Un po’ di verità c’è. Credo che nei ragazzi non ci sia più lo svago e la felicità di prima, nel giocare a calcio”.

Parla già da dirigente sportivo. Ha già deciso quale sarà il suo futuro?

“Calcistico, sì. Voglio chiudere la carriera con la Boreale. Poi chissà, si vedrà”.

Il presidente Leonardi è d’accordo?

Fosse per lui anche adesso (ride, ndr). Ho un grande legame affettivo con lui, mi ha visto crescere. Ho una storia che fa capire quanto ha sempre tenuto a me”.

Prego.

“Quando sono passato alla Roma, la Boreale ha ricevuto il premio di formazione, un indennizzo economico per i piccoli club. Leandro con parte di quei soldi mi ha comprato la macchinetta per poter andare a Trigoria da solo”.

Ora ha ricambiato con questo progetto.

Anche prima andavo al centro sportivo della Boreale. E portavo sempre magliette, palloni e scarpini. Li sottraevo, diciamo, a Trigoria. Siamo stati l’unica squadra di eccellenza a giocare le partite in casa con i palloni di serie A. Se lo sanno i magazzinieri della Roma mi ammazzano”.

A proposito di Roma… è il passato?

“Preferisco non commentare”.

Neanche l’arrivo di Claudio Ranieri a Trigoria? Che cosa ne pensa?

“Racconto un aneddoto. Quando è arrivato a Roma ero davanti alla tv, guardavo Sky e a un certo punto compare Flavio a Fiumicino (Flavio Cobolli, tennista e amico d’infanzia di Bove, ndr). Gli mando un messaggio e gli dico: ‘Ma che stai a fa’?’. E lui: ‘Volevo esserci. Per me Ranieri è sempre stato speciale’. Questo per dire che secondo me, per i tifosi, è stata la scelta più giusta che potessero fare”.

Allora chiudiamo con il viola. Il centro sportivo si chiama CasaViola, la Boreale è viola e oggi gioca con la Fiorentina. Segno del destino?

“Ci ho pensato questa estate. Direi proprio di sì”.