Edoardo Bove, calciatore della Roma Primavera che ha esordito anche con la Prima Squadra, si è raccontato in un’intervista ai canali ufficiali del club. Queste le sue parole:
“Credo di aver realizzato, piano piano. E’ un’emozione che ti porti dentro e ci metti un po’ a cogliere quello che hai provato in quel momento. Ho pensato ‘dai corri a scaldarti, e se poi cambia idea cosa succede? Ho visto che ha chiamato Edin, ma si è tolto gli scarpini e quindi ho capito che era arrivato il mio momento. Speravo mi facesse entrare. Ho aspettato questo momento per tanto tempo. Ho affrontato tanti infortuni, la strada è stata tortuosa. Proprio per questo la soddisfazione è ancora più grande”.
Sull’infortunio…
Inizialmente ero spaventato. Mi sono dovuto rioperare per una ricaduta della frattura al quinto metatarso. Inizialmente non l’ho vissuta molto bene ma per fortuna sono rimasto sul pezzo. Mi ha aiutato la mia famiglia e fortunatamente ho passato quel momento.
La prima volta col pallone…
Sfortunatamente ho tirato una pallonata fortissima addosso a una persona anziana. Papà rimase destabilizzato dalle mie caratteristiche. Mi ricordo di aver fatto solo un provino e non sapendo di esser stato preso sono venuto a fare il campus estivo della Roma e c’era Bruno Conti che mi chiede “Cosa ci fai qui che già sei stato preso nel gruppo del prossimo anno?”. Ho scelto il calcio al posto del tennis, giocavo ad altissimo livello in entrambi gli sport. Mi allenavo 3 volte a settimana a calcio e 2 volte a tennis, è arrivato un momento in cui ho dovuto scegliere. Roma mi piace tantissimo, il mio posto preferito è via dei Fori Imperiali, camminare lì mi piace tantissimo. Ci sono i Fori e il Colosseo. La maglia della Roma è una grandissima cosa, negli anni sono riuscito ad amarla e a fare di tutto per la maglia. Ho imparato ad apprezzare il vero romanismo. I tifosi della Roma vanno al di là del campo e di come ti comporti. C’è una fede dietro che dalle altre parti nel mondo non potranno mai capire. Roma è una delle piazze più belle che possano esistere. Per la maglia darò sempre tutto.
I tuoi idoli…
De Rossi, per la sua umiltà dentro e fuori dal campo. Mi ispiro a lui anche per le doti tecniche e fisiche. Spero di avvicinarmi a lui il più possibile.
Sul prototipo di centrocampista moderno…
È quello che si inserisce, che fa gol, che fa sia la fase offensiva che quella difensiva. Mi ci rivedo molto, è la cosa più importante. Giocare di intelligenza e sbagliare meno passaggi possibili. Quando ci sono doti innate che ti permettono di cercare il gol devi sfruttarle, provo sempre a farlo.
Sul futuro…
Bisogna continuare ad allenarsi, cercare sempre la miglior versione che puoi dare in campo e fuori. L’esordio è un punto di partenza di una carriera che spero sia la più lunga possibile. Lo sogno da bambino, è quello per cui ho lavorato e quello che voglio fare.