L’attesa è diventata inquietudine, rabbia e anche satira. Ieri attraverso uno dei suoi video davanti all’amico edicolante, Fiorello ha chiesto pietà: «Dai, Luis Enrique, fai giocare Borriello…» . Non succede dal 26 ottobre, da quei venti minuti finali di Genoa-Roma durante i quali Borriello aveva prodotto un brillante assist per il pareggio (a conti fatti inutile, ma non per colpa sua) di Borini. Poi, la Roma ha fatto a meno di lui. Mai più in campo, nemmeno per un secondo.
DUBBI – Borriello non si spiega l’ostracismo. E’ convinto di essersi sempre allenato con la «fame» giusta, come richiesto dal caposquadra. Non ha mai espresso pubblicamente il suo malumore (ed è una grande novità comportamentale rispetto al passato: presente l’epoca Ranieri?) anche in privato ha tenuto una linea di condotta che tutti a Trigoria definiscono esemplare. E allora perché? «Siamo sorpresi di questa situazione – spiega il procuratore Tiberio Cavalleri – E’ curioso che un attaccante da un gol ogni due partite, come era stato l’anno scorso per la Roma, non sia preso in considerazione: tante persone del mondo del calcio, al di fuori di Trigoria, si domandano perché Borriello non giochi» .
BRUSIO – E’ la stessa domanda che si pongono i giocatori nello spogliatoio. Nel quale Borriello è molto apprezzato, non solo per le qualità tecniche ma anche per la capacità di fare gruppo: la settimana scorsa è stata sua (e di Totti) l’idea della cena della pace tra Osvaldo e Lamela; e proprio lui ha pagato il conto del ristorante dell’Eur che la squadra aveva scelto. (…) Qualcuno comincia a pensare che la famosa imitazione di Luis Enrique, fatta sul palco di Fiorello, abbia infastidito l’allenatore a tal punto da spingerlo a decisioni drastiche.
VERSO IL MERCATO – Ma non può essere vero. Sarebbe strano e controproducente. Sia perché la Roma ha bisogno di gol – da 16 anni non segnava così poco nelle prime 13 partite di campionato – sia perché è difficile
vendere con profitto un capitale pagato solo pochi mesi fa 10 milioni, se il capitale stesso viene messo dietro a un giovane come Caprari nell’ordine gerarchico. Semmai, a Luis Enrique non piacciono certi atteggiamenti. Borriello è un ragazzo con la battuta pronta, un tipo dissacrante anche nei momenti più tesi. E questo può essere interpretato come disinteresse per le situazioni. Una cosa è sicura: Borriello ha deciso di non trasferirsi più nell’attico che aveva individuato come casa romana. Ormai è sicuro di andare via e rimarrà in albergo fino a gennaio, quando spera che le offerte in arrivo (in Italia possono esserci Inter e Genoa, all’estero per ora solo il Marsiglia) lo stimolino a lasciare Roma. (…)
Corriere dello Sport – Roberto Maida
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