Scaduto il tempo, finiti i giochi. Almeno fino a gennaio. La terza Roma americana chiude la sessione di mercato con i conti in attivo e la consapevolezza comunque di aver regalato al nuovo arrivo Garcia una squadra sulla carta competitiva, nonostante gli addii dolorosi registrati nel corso dell’estate. Per chiudere il cerchio e completare la rosa però è mancato l’ultimo guizzo: quello che anche la piazza aveva cominciato ad assaporare. I giallorossi non sono riusciti ad approfittare dell’ultimo giorno disponibile per piazzare il colpo perfetto che avrebbe reso più funzionale lo scacchiere giallorosso.
L’amaro in bocca a Trigoria si chiama Quagliarella, obiettivo sfumato a un paio d’ore dal gong, proprio quando il triangolo tra Roma, Genoa e Juventus era pronto a chiudere la serie di operazioni cominciate qualche giorno fa. Una serie di incastri nell’ormai tanto citato «valzer delle punte»,che avrebbe destinato Borriello al Genoa, Gilardino alla Juventus e proprio Quagliarella alla Roma. L’operazione ha registrato i vari incontri tra le parti nel lungo pomeriggio milanese, contatti andati in scena tra le società e con i relativi procuratori che a rotazione hanno incontrato i club interessati.
Il meccanismo si è inceppato alla fine, quando il passaggio di Borriello in prestito al Genoa e quello di Gilardino alla Juventus era già stato concordato. Poi i bianconeri e lo stesso Quagliarella hanno alzato il muro, entrambi poco convinti di accettare la stessa formula con la Roma. Il club torinese ha chiesto poco meno di 9 milioni, una cifra considerata troppo elevata per i giallorossi per nulla convinti di doversi ritrovare al termine della prossima stagione con due attaccanti trentenni (e relativi ingaggi pesanti) sul groppone. Sabatini, il vice Massara , l’uomo dei conti Fenucci e il procuratore di Borriello, Cavalleri hanno alzato bandiera bianca intorno alle 22, quando la cena in un ristorante del centro milanese chiudeva ogni possibilità di poter concludere alcun tipo di operazione in entrata.
La carta di riserva è sfumata poi con il passare delle ore e la speranza che non sarebbe più servita: Demba Ba infatti ha risposto alla chiamata più concreta dell’Arsenal (le visite mediche hanno riscontrato problemi al ginocchio del senegalese). Borriello rimarrà a Roma almeno fino a gennaio, a disposizione di Garcia, ma lontano anni luce dal gruppo plasmato dal tecnico francese durante l’estate. La Roma a stelle e strisce chiude quindi la quinta finestra di mercato con un bilancio di 30 calciatori acquistati (di cui 14 di questi già ceduti o mandati a giocare altrove) da quando la nuova proprietà è passata al timone poco più di due anni fa. Un lavoro condotto interamente da Sabatini, che in questo lasso di tempo ha comprato, ceduto, cambiato e rivoluzionato.
Un esercizio andato in scena anche in questa sessione, che ha accolto l’arrivo di 8 giocatori (De Sanctis, Skorupsky, Maicon, Jedvaj, Benatia, Strootman, Gervinho e Ljajic) di fronte alle cessioni illustri di Marquinhos, Osvaldo e Lamela. I bilanci del campo daranno più o meno ragione a quelli del saldo del mercato giallorosso, in attivo per più di 20 milioni di euro. Gli ingenti capitali stranieri hanno permesso a Pallotta e soci di ricostruire e puntellare i punti cardine della rosa, lasciando anche un gruzzoletto per ripianare gli insuccessi dell’ultimo biennio privo di partecipazioni europee della squadra.
Gli affari minori di giornata poi hanno registrato il passaggio di Verre (in comproprietà con l’Udinese) al Palermo, dove il centrocampista si trasferirà in prestito. Partenza anche per Stoian: il centrocampista romeno (in comproprietà con il Chievo) andrà in prestito al Genoa.
Il Tempo – A.Serafini