Corriere dello Sport (L. Scalia) – È una rincorsa che parte dal fondo della panchina. Del resto, le prime uscite ufficiali della Roma targata Mourinho hanno emesso una mezza sentenza: Borja Mayoral è passato da bomber numero uno, da potenziale erede di Dzeko, a riserva della riserva. Per come e soprattutto per quanto ha giocato – leggi i 16 minuti spalmati tra campionato e Conference League – sembra la prima scelta per i primi turni di Coppa Italia. Oppure per le partite cuscinetto in giro per l’Europa.
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Quando è sbarcato Shomurodov, le gerarchie vedevano Borja Mayoral ancora in prima fila, comunque tra quelli che si potevano giocare le chance di partire dall’inizio. Con l’acquisto di Abraham la situazione è precipitata. L’ex Chelsea si è preso in un colpo solo la maglia numero 9, l’ovazione dell’Olimpico e la piena fiducia di Mourinho. Cosa automatica quando spendi 42 milioni di euro.
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Borja Mayoral, di conseguenza, è scivolato nell’ombra. E con lui i gol segnati nella scorsa stagione. La permanenza alla Roma è stata in bilico negli ultimi giorni di calciomercato. Poteva finire alla Fiorentina come vice Vlahovic. Mourinho però ha spento ogni rumors: “Conto su di lui, abbiamo bisogno di tre attaccanti, averne due è un rischio grande per una stagione. A volte magari vorremmo giocare con due attaccanti, poi ci saranno partite il giovedì in Conference e la partita la domenica. Avere solo due attaccanti è un rischio grande. Per me Borja Mayoral è un buon giocatore, si è adattato bene anche lo scorso anno, lavora sodo, è un bravo ragazzo e un ottimo professionista. Non mi piacerebbe se lui andasse via“. Parole che poi si sono trasformare in realtà.