Ad una decina di minuti dalla fine, si è arreso. Alla fatica, prima ancora che alla sconfitta. Ha chinato il capo, ha fatto un respirone e, per la prima volta dal fischio d’avvio di Bergonzi, ha guardato gli altri correre. Fino ad un attimo prima, era stato lui a scattare mille volte da una parte all’altra del campo, anche rincorrendo pallone e avversari, al punto di far sembrare talvolta che la Roma stesse giocando in undici contro undici e non con un uomo in meno. E, non contento, Fabio Borini aveva segnato anche la rete del pareggio giallorosso, il suo ottavo gol in campionato, nono stagionale, il settimo nelle ultime otto partite.
Sognava di chiudere in maniera diversa una settimana che mai e poi mai potrà dimenticare, per via dell’esordio con la Nazionale di Cesare Prandelli: ha provato con tutto se stesso ad aiutare la Roma, ma (…) non c’è riuscito fino in fondo. Archivia il suo primo derby romano con una sconfitta e una prestazione da applausi, e non v’è dubbio che se fosse stato possibile avrebbe optato per il contrario. Se non altro, (anche) la partita contro la Lazio ha dimostrato, confermandolo, che la Roma ha messo a segno, i due tempi, un acquisto davvero azzeccato. Sebbene sia ancora giovane, Borini è uno di quelli su cui si può contare da subito.(…). Ha margini di miglioramento notevoli, ma vede la porta e, soprattutto, sfrutta le proprie qualità mettendole al servizio della squadra. Non gioca per se stesso, ma in funzione di un calcio collettivo.
Un attaccante moderno, un rompiscatole, un generoso: nelle ultime settimane si sono sprecate le etichette per inquadrarlo per bene, però la faccenda non è ancora arrivata alla parola fine. Ogni volta, del resto, Borini regala una novità e visto che ha un contratto con la Roma fino al 2016 avrà tempo per stupire ancora.
Il Messaggero – Mimmo Ferretti