C’è chi lo vuole, chi invece lo rimpiange e poi ci sono quelli che lo ammirano e quelli (i romanisti) che se lo godono. Se continua così, fra qualche tempo spunteranno anche i tatuaggi con il coltello fra i denti, ma per il resto è ormai ufficiale: è scoppiata la Borini-mania. Una mania, non (si spera) una moda passeggera.
Lui, Fabio, sta facendo di tutto perché questo momento d’oro sia solo l’inizio di una carriera splendente. Lo sta facendo, a dire il vero, da sempre. Da quando è partito a 16 anni per Londra, per il Chelsea, per diventare grande presto, per diventare uomo. Era il 2007, era un grande Chelsea. Ora, 5 anni dopo, a Stamford Bridge, mentre si leccano le ferite per la sconfitta in Champions contro il Napoli, si rimpiangono proprio quel ragazzino tutta grinta e velocità che i bluessi sono lasciati scappare con troppa facilità e che ora sta facendo le fortune della Roma. Al Daily Mail lo definiscono “Quello che il Chelsea ha dato via” palesando un enorme rimpianto.
Roba da mordersi le mani, ma sul serio, non come sembra fare Fabio quando festeggia i suoi gol. Sei, finora, quelli in campionato, in sole 13 partite. E anche questo a Londra non è passato inosservato: «Tutto questo mentre il Chelsea è alla disperata ricerca di attaccanti – dice ancora il quotidiano britannico -. Drogba sembra aver esaurito le cartucce, Torres è irriconoscibile e mai come ora sarebbe servita ai blues una punta come Borini». E un giocatore così potrebbe servire anche alla Nazionale di Cesare Prandelli. Che starebbe per convocarlo (la lista dei giocatori sarà diramata domenica) per l’amichevole contro gli Stati Uniti del 29 febbraio a Genova. Per lui sarebbe la prima chiamata nell’Italia dei grandi, dopo che ha già vestito tutte le maglie azzurre dalla under 16 in su. Per il momento il suo procuratore, Marco De Marchi, frena: «Convocazione in Nazionale? Ho letto e sono tutte cose che fanno molto piacere. Al momento non sappiamo nulla e ci concentriamo esclusivamente sulla Roma – ha detto a RadioCalciomercato.it -. Non nascondo che c’è grande soddisfazione per come Fabio sta andando. Sta raccogliendo i primi successi, i primi complimenti. Fanno piacere, ma al tempo stesso lo aiutano a migliorarsi domenica dopo domenica, giorno dopo giorno». Poi sui rimpianti del Chelsea: «Lo avevano messo fuori rosa prima ancora di iniziare la trattativa per il rinnovo. Adesso è facile dire che hanno sbagliato ma non mi viene da commentare la situazione. Io e Fabio dobbiamo molto ai “Blues” e li ringraziamo per la mano che hanno dato al ragazzo nella crescita della sua carriera. Dispiace che sia finita così».
E’ finita quella storia ma ne è iniziata un’altra meravigliosa. Prima in giallorosso e ora, con ogni probabilità, anche con l’azzurro dei grandi. Del fatto che nel futuro di Borini ci sia anche quello, ne è convinto pure Angelo Peruzzi. Il vice di Ciro Ferrara in under 21 lo ha spiegato piuttosto chiaramente: «Se potrebbe esserci sottratto da Prandelli? Potrebbe con percentuali molto alte – ha detto intervenendo a “Te la do io Tokyo” su Centro Suono Sport – ci piacerebbe la cosa, per il ragazzo sarebbe un’iniezione di fiducia per quello che ha dimostrato, per la volontà di non mollare mai. L’ho visto varie volte, ha una velocità pazzesca, ha voglia di arrivare. Che poi sono le qualità che fanno la differenza, vedendolo una volta al mese non mi sono meravigliato di questa esplosione».
Peruzzi ha poi parlato anche di Roma e di Maarten Stekelenburg: «Mi piace. E’ uno dei migliori portieri d’Europa, era considerato tale anche prima che arrivasse a Roma, ne parlavo anche con Sabatini. Se c’è un nuovo Peruzzi? Fisicamente nessuno, sono un po’ anomalo come portiere, ci sono bravi portieri, portieri di 15-16 anni che promettono bene». Poi sulle parole di Luis Enrique a proposito del eccessivo divario nel nostro paese tra le formazioni Primavera e le prime squadre: «La Spagna e l’Inghilterra sono più agevolate avendo una seconda squadra, noi abbiamo un campionato diverso, quindi il salto è un po’ alto. Sono del parere che, se il giocatore è bravo, riesce ad assimilare la Serie A o B. Se il ragazzo c’è, prima o poi esplode. Il problema italiano è che non li fanno giocare, trovare un 17enne in Serie A è difficile». La Roma però ci sta provando a fare la rivoluzione anche sotto questo aspetto. Una Roma che è ancora in corsa per il terzo posto, così come il Napoli travolgente in Coppa: «Per me la Roma arriverà davanti – dice ancora Peruzzi -. Il Napoli, se va avanti in Champions, lascerà qualcosina in campionato, la Roma ha iniziato a fare risultati altalenanti, però il Napoli ha fatto peggio nell’ultimo mese». L’ultima battuta è sul suo futuro: «Sto in Federazione come secondo a Ferrara. E’ un ruolo che mi piace, poi vedremo. Mi piace vivere alla giornata. La Roma? Nella vita non si sa mai».
Il Romanista – Daniele Giannini