Corriere dello Sport (A. Barbano) – Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport. Proposto come presidente della Lega di Serie A, alla ricerca di un numero uno dopo le dimissioni di Paolo Dal Pino, Bonomi ha dettato le condizioni per concorrere alla poltrona di Via Rosellini. Di seguito le sue parole.
“Lo spirito di servizio è la mia bussola. Se la sesta industria del Paese lancia un grido d’allarme, posso tirarmi indietro?. Sul mio nome ho chiesto ampia convergenza. Deve essere chiaro a tutti che è così. Altrimenti, ognuno resta a casa sua”.
Le idee chiare Bonomi non le ha solo sul concetto di convergenza; operativamente parlando, infatti, il capo di Confindustria sa quello che vuole: “Qui si tratta di cambiare paradigma: la vera sfida non è tra big e piccoli, ma tra chi vuole un calcio migliore e chi invece lo vuole così com’è. Sono sicuro che ciò che ho fatto in Confindustria sia replicabile. Una cosa è certa: il calcio ha il dovere di aumentare la torta degli introiti, ha bisogno di investire in stadi nuovi, e ha doveri di sussidiarietà verso tutto il movimento sportivo”. E a chi pensa che il suo ipotetico nuovo ruolo possa distrarlo dai doveri di Confindustria risponde: “Non avverrà. Quanto al rischio di conflitti di interesse, parlano il mio impegno e la mia etica, ben noti a tutti. Aggiungo che, delle venti squadre di serie A, dieci sono già iscritte. È un pezzo di mondo presente nel nostro sistema, che adesso chiede di farne parte in maniera più organica. È naturale che accada”.