La Gazzetta dello Sport (A. Gozzini) – Non inganni l’esito dell’ultima votazione: Carlo Bonomi, numero uno di Confindustria, resta il primo candidato alla presidenza della Lega di A. Un candidato eccellente, per storia professionale e rapporti istituzionali. Le esigenze dei club, essere ascoltati e sostenuti economicamente, avevano portato a tracciare l’identikit di una figura di rappresentanza capace di dialogare con governo e Figc, e Bonomi corrisponde perfettamente al profilo.
Le richieste che la Serie A spera siano finalmente accolte riguardano, nel tavolo con il governo, in primo luogo i ristori, ma anche scommesse, legge Melandri, infrastrutture, rateizzazione di debiti e contributi; nel confronto con la Figc resta la questione dell’indice di liquidità, giudicato troppo penalizzante in una fase di difficoltà finanziaria post pandemia.
A Bonomi è riconosciuta massima autorevolezza, e il giudizio è trasversale: lo pensano grandi e piccoli club. Il consenso è ampio ed è in questa chiave che va interpretato il voto di ieri: al di là dell’unica preferenza raccolta, contano le 19 schede bianche. L’obiettivo della delibera era esclusivamente quello di abbassare il quorum e come successo anche otto giorni fa l’accordo era quello di depositare fogli bianchi: se ieri per completare l’elezione del successore di Dal Pino (dimissionario il primo febbraio scorso) sarebbero serviti 14 voti, alla prossima occasione ne basteranno 11.