Zibì Boniek è intervenuto durante la trasmissione Teladoiotokyo a TeleradioStereo, per commentare le dichiarazioni su Mourinho e i complimenti ai Friedkin per la scelta De Rossi. Queste le sue parole:
“Mourinho ha fatto tanto per i colori giallorossi, è stato bravo anche per me – esordisce l’ex giocatore polacco -. Quello che ho scritto su Twitter lo rivendico: è una scelta coraggiosa e impopolare cacciare Mourinho perché tutti eravamo innamorati del suo modo di fare. Ho scritto che è anche una scelta intelligente, perché il matrimonio non funzionava più. Mourinho lasciava i messaggi sul futuro, sul rinnovo. E nessuno rispondeva. Visti anche i risultati, a malincuore, era meglio farlo oggi che arrivare a giugno. Josè è un leader, un leone ma senza certezza sul futuro la sua posizione si stava indebolendo e i giocatori lo avevano capito. Lo spogliatoio queste cose le sente, e qualcuno aveva cambiato atteggiamento anche in partita. Io sono il primo a voler bene a Mourinho, ma ha fatto 1,70 punti in 138 partite di campionato. A questo punto è meglio interrompere le strade. Le tre partite facili? L’anno scorso abbiamo fatto 4 punti con le stesse squadre”.
Poi sulla società: “Sanches e Aouar non sarebbero mai dovuti venire qui, si conoscevano i loro problemi fisici. Se io avessi voce in capitolo lo avrei detto ai Friedkin. Bove è meglio di Sanches, l’ho detto dall’inizio. La Roma è una grande società, ma manca una organizzazione sportiva e tecnica. Dicono che la Roma è Dybala dipendente? Abbiamo vinto la Conference senza di lui, conta lo spirito di squadra e questo era merito di Mourinho. Così come l’anno scorso a Budapest dove è successo quello che è successo. Però vi chiedo: siamo da nono posto? Ma come fate a dire che la Roma è scarsa? Detto ciò so che ci sono cose che non funzionano, nessuno dei centrocampisti presi messi in estate insieme fa un Matic ad esempio”.
Infine su De Rossi: “Scelta intelligente, lo ribadisco. Era l’unico che poteva dare respiro a società e tifoseria, mi auguro che vada bene e resti a lungo. Cinque anni fa dissi che Daniele sarebbe diventato un grande allenatore, ha voglia e aveva doti già da calciatore. Io penso possa fare bene, ma deve fare le scelte giuste. Anche a Ferrara ne parlavano bene, poi è ovvio che la differenza la fanno i grandi giocatori. Guardando la partita col Verona la Roma sembrava liberata da una cappa psicologica. Non mi sembravano tristi, anzi li vedevo liberi di giocare un calcio più divertente. Nei primi venti minuti la Roma ha fatto accademia, poi dopo il gol loro che forse era da annullare è cambiato tutto”.