Zibì Boniek, ex calciatore della Roma e attuale dirigente della Federcalcio Polacca, è intervenuto in diretta ai microfoni de La Signora in Giallorosso, in onda su Tele Radio Stereo 92.7. Ecco le sue parole:
“Si è parlato di cose che possono fare bene al mondo del calcio e di giocare col tempo effettivo, che per me non può mai avvenire. Sarebbe la fine del calcio. C’è chi dice che ormai non si gioca più di un’ora a partita, ma non si rende conto che il calcio è nato 11 contro 11 due volte per 45 minuti. Hanno messo la regola che il portiere non può prendere la palla con le mani sul retropassaggio e adesso abbiamo ragazzi che buttano via il pallone. Giocare due tempi col tempo effettivo significa cambiare totalmente gioco ma nessuno si rende conto. Così non è più il mondo del calcio, nessuno avrebbe più fretta. Sarebbe un’altra preparazione. Il calcio ha il problema dei tempi morti, quando c’è un rigore passano 20-30 secondi per l’esecuzione e quello si può recuperare, l’arbitro può calcolare meglio e dare 7-8 minuti di recupero. Il tempo effettivo significherebbe che in tutto il mondo servirebbe qualcuno per occuparsi del cronometro, il calcio cambierebbe. Col tempo effettivo, nessuno ha fretta. Il calcio sarebbe un altro sport”.
L’Uefa è contraria a questo cambiamento?
Se ne discute perché c’è gente che parla di questo, quando questi discorsi diventano ufficiali si provvede a metterli alla prova ma credo che questa cosa nascerà e morirà prima di subito. Se al calcio togliamo i 90′ cambia tutto, il gioco si velocizzerebbe. Allora perché non dare più recupero? I tempi morti forzati verrebbero recuperati con 8-9 minuti.
Il Var?
Col Var potrebbero cambiare i calci di rigore: in qualsiasi rigore o attaccanti o difensori entrano prima in area, su 10 rigori tutti e 10 sono battuti con infrazione delle regole, nessuno ferma quelli che entrano in area. Col Var si vede se un attaccante è già 3 metri in area e il rigore è da ripetere. Lo stesso se il portiere para e i difensori sono dentro. Potrebbe essere un’introduzione che tra qualche anno diventerebbe ufficiale, ci si potrebbe pensare. Se c’è un rigore tiri o va sul fondo. Se il Var deve intervenire sulle cose chiare, su ogni rigore ci sono irregolarità, oggi vedi sempre giocatori dentro l’area, col Var si può arginare.
Perché non c’è il Var in Champions League?
Il Var è un esperimento che funziona da luglio di quest’anno, se va bene lo applicheranno ai mondiali di Russia e arriverà anche in Champions ed Europa League. Il Var ha quattro sistemi diversi, la Fifa ne usa uno, noi in Polonia ne abbiamo un altro. Se mandi gli italiani a fare la Champions in Polonia trovano un sistema tutto diverso. Bisogna valutare questa tecnologia e come lavorarci. In Inter-Spal, l’arbitro ha indicato punizione dal limite e poi è stato segnalato rigore. Il Var ha impiegato quasi 5 minuti, si deve lavorare perché il Var usufruisca dei software della televisione. Il Var dà L’opportunità all’arbitro di vedere al 100%, deve vedere quello che vedono i tifosi. Se vedesse le immagini dei tifosi sarebbe diverso, di fronte ad una cosa clamorosa si potrebbe subito intervenire. In Europa il Var è abilitato in quattro paesi: Germania, dove ha problemi, Italia, Portogallo e Polonia. Se un arbitro internazionale deve arbitrare in Champions e non ha il Var nel suo paese non è proprio facile. Abbiamo parlato di diverse cose, se una è interessante la si trova.