Corriere dello Sport (R. Maida) – Zibì gioca per noi Roma-Juve, la sfida tra due super vincenti.
Cominciamo dalla domanda più ovvia. Chi vince?
“Chissà, magari nessuno. È una partita equilibrata di un campionato strano: guarda la Lazio che vince a Napoli con un episodio. Se devo indicare un risultato, può finire 1-1”.
La chiave per provare a vincerla?
“Le palle inattive. Sono la specialità di entrambe le squadre”.
Sul trascorso nella Roma. La prima stagione si concluse con un’incredibile beffa: Roma 2. Lecce 3 e addio scudetto.
“Se ne sono dette tante. Partita venduta, scommesse. Grandi fesserie. Perdemmo perché dopo una grande rincorsa arrivammo cotti al momento decisivo. Peraltro, per ciò che si vide in campo, avremo anche potuto vincere 5-2. Invece andò diversamente. Peccato, perché quella è stata la squadra più spettacolare in cui abbia mai giocato”.
Roma-Lecce è la sconfitta peggiore della sua carriera?
“No. La finale di Coppa dei Campioni persa con la Juve contro l’Amburgo è stata più dolorosa. Non so spiegare quella partita. Se la rigiochiamo, nove volte su dieci vinciamo noi”.
Tornando al giorni nostri Roma-Juve sentite come la classica degli Anni ’80?
“No, è tutto cambiato perché sono diversi i personaggi, l’ambiente, le regole: pensate se ai miei tempi fosse esistito il Var. Devo dire però, avendo giocato con entrambe le maglie, che questa partita era percepita come vitale soprattutto dalla parte romanista”.
Anche Dybala gioca con la Roma dopo aver vinto con la Juve.
“Storie diverse. Paulo se è sentito trascurato e poi è stato mollato dalla Juve. Ora sono felice che stia facendo cose belle nella Roma. Non sono d’accordo però sulla definizione di faro della squadra: Dybala è un giocatore di qualità che concretizza se sta bene, ma non è un trascinatore”.
Meglio Mourinho o Allegri?
“Non si può discutere con i numeri: la bacheca di Mourinho parla chiaro, Però io non so scegliere. E allora uso il gergo ippico di Allegri: serve il giudice d’arrivo per decidere chi sia più bravo riguardando il fotofinish. È un duello di corto muso”.
È stato accostato anche alla Roma dei Friedkin.
“La stima fa piacere ma non c’è niente”.