La Gazzetta dello Sport (M. Cecchini-M. Della Vite) – Le grandi amicizie, a volte, possono avere inizi spinosi. Pensate al rapporto che c’è tra Sinisa Mihajlovic e José Mourinho, che ieri hanno dichiarato pubblicamente l’affetto che li lega, complice anche quel “ponte” calcistico che risponde al nome di Dejan Stankovic.
Ebbene, prima delle parole al miele, c’è stato un giorno in cui lo Special One, in cuor suo, avrà maledetto l’ex campione serbo, visto che il 12 marzo 2010 il “suo” Catania, battendo in casa l’Inter di Mou 3-1, fece correre il rischio di far saltare il “Triplete”, a tutto vantaggio – scherzi del destino – proprio della squadra giallorossa.
Frammenti di passato e con un presente che mette Bologna e Roma dentro una gara con tre personaggi che si intrecciano come in un romanzo: Mou, Miha e Arna. Adesso che la polvere di quella battaglia si è posata, Mourinho spende parole tenere per Sinisa, a cui è stato vicino durante la malattia. “Quello che ho fatto, l’ho fatto con il cuore. Un super-amico di un mio amico – Stankovic, che è un mio fratellino minore – diventa un mio amico”. Ha avuto tanto coraggio, non si è mai nascosto, ha continuato a fare il nostro lavoro che è sotto osservazione di tutto il mondo. Non è lui che mi deve ringraziare per il mio appoggio, ma sono io che ringrazio lui a nome di tutti quanti per il coraggio che ha trasmesso a tutti“.
E se il calcio a volte è gioco di metafore, anche la Roma di Mou sta trovando coraggio: “Se possiamo stare vicino alla zona Champions è importante…“. La prima volta in cui Mihajlovic incontrò Mourinho avvenne proprio in quel 3-1 col Catania: “Siamo anche amici, anche se al principio litigammo: mi è stato vicino durante il periodo della mia malattia e queste cose non si dimenticano – racconta Miha -. Veniamo da due Paesi in cui la furbizia, la lealtà e il rispetto sono importanti: l’ho sempre stimato”.