“Benvenuto a Roma!”. Il Bojan malinconico e un po’ spaventato che lo scorso ventidue luglio salutava i tifosi blaugrana dalla sala stampa del « Camp Nou » , ormai è solo un lontano ricordo. Eccolo lì, due mesi e mezzo dopo, bello sorridente, a indossare i panni del più disinvolto degli anfitrioni all’aeroporto di Fiumicino, dove accoglie il giornalista Albert Om, inviato speciale del popolare programma della tv catalana, ‘ El Convidat’ ( Il convitato).
Il format è piuttosto semplice: un simpatico ficcanaso, con il beneplacito dei popolari ospiti, s’insinua nelle abitazioni di personaggi di successo per tre lunghi giorni, accompagnato da un discreto cameraman. Ne viene fuori, così, uno spaccato per lo meno verosimile della quotidianità del protagonista della puntata. Stavolta è toccato proprio al neoromanista, che pare essersi tuffato nella nuova realtà con la naturalezza del più entusiasta degli studenti Erasmus.
CASA E SCUOLA – Pochi istanti ed ecco sfrecciare la Mini, con a bordo l’improvvisata coppia verso l’appartamento in affitto, ubicatotra lo scalo aeroportuale e il centro. Un ambiente ampio ed essenziale, vivacizzato da una minuscola cagnolina di tre mesi di nome Nina. Il ragazzo, nella lingua natia, si concede alle prime confidenze.«È un’esperienza nuova, che nonmi sarei mai aspettato. Sono sempre stato nella mia terra, nei pressi di Linyola e tornavo lì appena possibile, per stare con la mia gente . Vediamo il centravanti, in cucina, alle prese con le tartine, poi, in salotto, con la temuta insegnante d’italiano, che non gliene perdona una in fatto di doppie. «Ho incontrato la mia ragazza, Blanca, ai tempi della scuola. Ci conosciamo da sempre».
RAGAZZO D’ORO – Di corsa in centro, per una cenetta. «So di essere un privilegiato. So che c’è molta gente che sta male in questa epoca. Rinuncerei volentieri a parte dei miei guadagni per sapere tutta questa gente felice». Discoteche? «Penso che ci potrei andare senza problemi, ma non mi piacciono e non le frequento». Le serate, così, le trascorre a casa, guardando soprattuto un po’ di tv. Il secondo giorno arrivano i genitori, lei ex infermiera, lui ex calciatore. La signora Luisa sognava un figlio musicista, ma s’è ampiamente accontentata del miglior bomber della storia delle giovanili blaugrana. «Anni d’oro. Segnavo sempre, vincevamo sempre».
ALTRO CHE TURISTA – Riecco Bojan su un pullman scoperto, davanti al Colosseo, dopo essersi gustato un gelato. Alla discesa, i passanti lo circondano, rubandogli più di una foto. Non manca quella con il centurione. Di nuovo a casa e dopo la cena, nuove confidenze. «A Barcellona non potevo giocare con continuità e non ero più felice. Avevo bisogno di sentirmi importante per il gruppo. L’ultimo anno ero davvero triste, non avevo più voglia di allenarmi. Dovevo cambiare aria e qui a Roma, finalmente, torno a sentirmi davvero un calciatore. Credo di averlo deciso nel corso della finale di Wembley. A quindici minuti dal novantesimo, con il risultato deciso, speravo proprio di entrare. E invece niente ». Il giornalista insiste per un pronto ritorno all’ovile, ma Bojan ha la risposta pronta. «Qui sono molto felice», e lo dice in perfetto italiano. Si passa a Trigoria, ed ecco Krkic, scatenato con la palla tra i piedi, prima di sottoporsi a una sessione d’agopuntura. «Da qui in avanti può succedere di tutto. Potrei rimanere a lungo. Lo decideranno i risultati del campo». Titoli di coda, davanti al Pantheon e alla fontana di Trevi con l’immancabile lancio dellamonetina.
Corriere dello Sport – Andrea De Pauli