La Repubblica – Io, Bojan Krkic, chiedo il tempo di sbagliare

Caro Direttore, io ho sbagliato. Ho sbagliato a prendere quella palla con la mano, sulla linea di porta a Firenze: ma ero in una zona di campo dove non sono molto abituato a stare e sono stato tradito dall’istinto, non volevo subire il terzo gol. Ho sbagliato a buttare la maglia. Ho sbagliato per la “bojata” e ho chiesto scusa. Ai compagni e al tecnico perché quell’espulsione ha messo in difficoltà la squadra, ai tifosi perché quel gesto potevo risparmiarmelo. Ma è stato solo per la rabbia, non c’era niente altro: dovevo sfogarmi perché mi ero reso conto della cazzata che avevo fatto e perché sentivo di non riuscire a dare alla Roma il massimo. La maglia era la prima cosa che mi sono ritrovato per le mani.

Però chiedo anche la possibilità di sbagliare senza per questo essere trattato da “bimbo confuso”. Ho 21 anni e il fatto di essere un calciatore, di guadagnare bene e di essere famoso, purtroppo o per fortuna, non mi ha fatto diventare improvvisamente adulto e responsabile. Sono un ragazzo fortunato, ma come i miei coetanei voglio avere il tempo di crescere. Rivendico le attenuanti concesse a tutti i ventenni anche se gioco a calcio. Questo sport mi dà tanto: soldi, gloria, per i tifosi sono un idolo, ma non regala saggezza o maturità. Sono sempre un ragazzo di ventuno anni, con tutti i miei pregi e i miei difetti. Non abbiate fretta, datemi il tempo di crescere. A me come a tutti gli altri giovani che giocano in A. Ci sarà tempo per massacrarci.

E’ col mio entusiasmo da ragazzo che sono voluto venire a Roma. Un gruppo di cui volevo far parte perché credo nel progetto societario e credo, come il resto dei miei compagni, nel progetto tecnico di Luis Enrique. Non è stata una scelta di ripiego, bensì voluta e ben ponderata. La difficoltà di trovare spazio a Barcellona è risultata evidente nel corso dell’ultima stagione ma quanti sono i calciatori che troverebbero facilmente spazio nel Barça dei sogni? Tanta la voglia di giocare e far vedere le mie capacità che ho deciso di guardarmi intorno. E vi prego non paragonatemi a Messi. Lui è un fenomeno unico, non è giusto fare paragoni: se Lionel è il parametro, nessun ventenne può giocare al calcio.

La Roma non è stata l’unica società a farsi sotto: Chelsea, Tottenham e Psg mi hanno fatto offerte anche superiori dal punto di vista economico, ma io volevo la Roma. Un progetto in cui credo, anche nel momento di massima difficoltà, anche nel momento in cui sono stato tradito dal mio istinto, quello che tante volte mi aveva aiutato facendomi trovare al posto giusto nel momento giusto, quello stesso istinto che mi, sono convinto, mi ha fatto fare la scelta giusta nello scegliere Roma. L’istinto dei ventenni. Grazie.
La Repubblica – Bojan Krkic Perez

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