Pur avendo segnato gli stessi gol di Mirko Vucinic, cioè dell’uomo che – di fatto – ha sostituito nella Roma, Bojan Krkic Perez non è ancora riuscito a conquistare, oltre a un posto stabile in squadra, anche l’affetto dei tifosi della Roma. Intorno a lui c’è molto scetticismo, forse perché si è presentato a Trigoria con un palmares grosso così e un po’ tutti si aspettavano che fin dalla prima uscita avrebbe incantato.
In realtà, l’ex Barça finora non ha brillato: un paio di lampi, tipo quello legato al gol segnato contro l’Atalanta, qualche spunto di raffinata tecnica, vedi la parte finale della partita contro il Palermo, ma anche tanti (troppi) passaggi a vuoto. Luis Enrique, che l’ha preteso a Roma, inizialmente gli ha dato fiducia illimitata, anche a costo di sacrificare Francesco Totti (ricordate le sfide contro lo Slovan Bratislava?), poi è stato costretto a metterlo da parte, centellinando le sue apparizioni, per salvaguardarlo.
In città si era esaltato il suo ingaggio; si era criticato il modo di portare Bojan a Roma con il rischio che il Barça se lo potesse riprendere a suo piacimento; si era detto che era un affare economico sbagliato e cose simili: tre mesi abbondanti dopo, i commenti generali sul conto del piccolo spagnolo sono tutti o quasi di critica. In realtà, forse si è esagerato in estate con le aspettative e adesso si sta esagerando con i giudizi negativi: nessuno deve dimenticare, ad esempio, che Bojan è un ragazzo di 21 anni che per la prima volta si trova a giocare lontano da casa e da affetti, e un calcio assolutamente diverso rispetto a quello che ha praticato fin da bambino. Le sue qualità sono fuori discussione, tutto sta a capire in che modo possa metterle a disposizione della Roma. C’è chi è convinto che Bojan dia il meglio quando entra a gara iniziata, ad esempio: può darsi, ma come si fa a esserne certi? I suoi numeri catalani raccontano la storia di una punta poco titolare, ma stiamo parlando del Barcellona dove in attacco si sono alternati, tra gli altri, Eto’o, Ibrahimovic, Villa e un certo Messi.
Nella Roma è stato impiegato soprattutto da attaccante, ma in un paio di circostanze ha fatto anche il trequartista: a Novara, domani sera, assenti gli infortunati Totti e Borini, Bojan non dovrebbe far fatica a trovare una maglia da titolare in coppia con Borriello o Osvaldo, ma nulla – conoscendo i metodi di Luis – va dato per scontato. Ha segnato due gol, entrambi all’Olimpico, conta di timbrare anche in trasferta e contribuire ad allontanare le nubi scure che si addensano minacciose sul cielo di Trigoria.
Per caratteristiche tecnico-fisiche, lo spagnolo dovrebbe trovarsi in sintonia sia con Osvaldo (il suo partner più assiduo, dal primo minuto) che con Borriello (i due non sono mai stati titolari in tandem), cioè con un attaccante più grosso di lui: Luis (che in 23 gare tra novembre e dicembre nel suo triennio catalano ha perso solo una volta, racimolando 44 punti) sta ancora studiando tutte le soluzioni possibili: le prove effettuate sul campo ieri e nei giorni passati hanno dimostrato che Bojan ha una voglia matta di recuperare il tempo e le occasioni perdute. Pian piano (molto piano…) sta imparando l’italiano, in città si sta ambientando anche se la nostalgia per Barcellona, dove tornerà per una brave vacanza dopo la partita di Novara, è ancora tanta.
Le statistiche che accompagnano le sue prestazioni rendono bene l’idea di un calciatore alla ricerca di se stesso e del feeling con gli altri: poche le giocate utili, tante (troppe) le palle perse. Ma quei due gol, gli stessi di Vucinic, non possono e non devono essere cancellati.
Il Messaggero – Mimmo Ferretti
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