Le carte sono lì. Sul suo tavolo. Manca solo l’imprimatur del ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri. E’ l’ultimo atto, l’ultima firma, l’ultimo sì. Il via libera. Poi sarà realtà l’idea della Roma, un’idea fatta propria dalla Lega di A (nonostante le resistenze in primis di Milan e Inter), di concedere anche ai non tesserati di comprare un carnet di biglietti a prezzo scontato. Una settimana. Forse meno, forse più. Un giorno o l’altro cambia poco, adesso. La notizia è che tutti i passaggi sono stati completati. Ma davvero tutti. La Roma ha fatto quello che doveva fare. Dietro consiglio dell’Osservatorio sulle manifestazioni sportive, ha coinvolto la Lega di A, la Lega di A ha coinvolto gli altri club, che a loro volta (quasi tutti) hanno ringraziato l’apripista Roma. Perché l’idea è tanto semplice quanto intelligente: consentire a chiunque, sia che abbia la tessera del tifoso sia che non ce l’abbia, di risparmiare comprando un pacchetto di tagliandi a tariffa agevolata.
Inizialmente, e cioè sia dopo la presentazione della campagna abbonamenti, sia dopo che la campagna era terminata, la risposta dell’Osservatorio sulle manifestazioni sportive è stata negativa. Alla Roma veniva ricordata l’esistenza di un protocollo di intesa datato 21 giugno 2011, dove Viminale e istituzioni sportive concordavano di vietare ai club la concessione di agevolazioni ai non tesserati. Salvo però specificare che l’obiettivo principale del protocollo era un altro. Era quello di consegnare il progetto sulla tessera del tifoso alle società. E’ esattamente quello che ha fatto la Roma. A Trigoria hanno condotto un’analisi sul trend al botteghino della stagione precedente. Si sono accorti che a fronte di una media di 34 mila spettatori a partita, solo poco più della metà, circa 18mila, era tesserata e quindi abbonata (dal 2010/11, solo i tesserati possono abbonarsi). Voleva dire che 16mila persone andavano regolarmente allo stadio, pur rifiutandosi di sottoscrivere la tessera del tifoso. Perché discriminarle? Quando a Trigoria hanno provato però a fare proprio il principio secondo cui i club potevano liberamente disporre della tessera, come pure prevedeva e prevede il protocollo, si sono sentire dire dal Viminale “grazie, felicissima intuizione la vostra, ma ne riparliamo il prossimo anno”. La Roma non si è arresa, ha trovato in qualche ragionevole alto dirigente dell’Osservatorio un prezioso alleato, forte anche di una considerazione che al Viminale hanno giudicato giusta. Se la tessera, ha detto la Roma, la imponete voi dall’alto, sarà sempre ritenuta un modo per controllare le tifoserie. La vera fidelizzazione, è stato spiegato dagli uomini in giallorosso, la possiamo mettere in atto solo noi.
Il Viminale, che non ha assolutamente intenzione di mollare la tessera del tifoso, ha quindi sposato la linea della Roma. E l’ha fatto perché la ritiene un miglioramento del progetto, non certo una resa. L’ultimo ostacolo per la Cancellieri è la scomoda eredità di Maroni. Il Ministro ha l’opportunità di avviare un dialogo costruttivo con le curve. Deve solo mettere una firma. L’ultima.
Il Romanista -Daniele Galli