Il Messaggero (S. Carina) – Superficiale e maldestra nell’approccio, a tratti irritante per quanto sciupona (vero Abraham?) ma con un cuore grande così. E con un folletto italo-australiano di 18 anni capace di far vedere le streghe al Verona e le stelle ai 4mila tifosi giallorossi che anche di lunedì hanno riempito il settore ospiti del Bentegodi.
La Roma vince così in rimonta, ritrova in campionato dopo oltre 9 mesi il gol di Zaniolo (l’ultimo era stato ad Empoli, lo scorso 23 gennaio), inanella la quarta vittoria consecutiva in trasferta (dopo Empoli, Inter e Sampdoria) mette la freccia sui nerazzurri e la Lazio piazzandosi al 4° posto in classifica, e scopre definitivamente il talento scovato da Totti, che prima di un torneo Under 17 in Malesia di tre anni fa, giocava nei Western Sydney Wanderers.
C’è però una partita che non va dimenticata. Perché il gol di Dawidowicz dopo 26 minuti era sembrata la giusta punizione per una squadra che continua a sprecare l’inverosimile. Poi si potrà anche dibattere sino all’eternità sul gioco-non gioco di Mourinho. Piace ai pragmatici, meno agli esteti del gegenpressing, del guardiolismo, del tiki-taka o, se volete, dell’attuale spallettismo, ma le chiacchiere le portano via le occasioni per fare gol. E anche ieri la Roma sotto questo frangente ha dominato.