La Repubblica (M. Juric) – Quel gol l’aveva aspettato un anno e quattro mesi. E l’esultanza rabbiosa è l’immagine di chi si è tolto un peso enorme dalle spalle. La Roma che è ancora alla ricerca del suo attaccante titolare, adesso sa che ce l’ha in casa. E chiunque dovesse arrivare dovrà fare i conti con Andrea Belotti. Che la maglia da titolare alla prima se l’è presa con il duro lavoro estivo e dopo 476 giorni è tornato a segnare in Serie A.

Andrea Belotti contro la Salernitana apre e chiude i conti, riacciuffando la Roma dal baratro della sconfitta e regalando un pareggio dolce amaro. Con due gol dei suoi, da attaccante vero. Il primo lottando da solo contro tutta la difesa della Salernitana. Spallata al difensore, stop in precarie condizioni di equilibrio e gol da rapinatore. Il secondo il suo marchio di fabbrica: stacco di testa e cresta all’insù. La Roma è ancora un enorme cantiere aperto. In attesa dell’attaccante che possa aiutare Belotti e di un difensore che non costringa Mou a inserire Cristante come centrale difensivo. Perché per adesso Ndicka è bocciato. Poco giudicabili gli altri nuovi acquisti. Paredes e Renato Sanches hanno giocato poco più di 20’ facendo intravedere le loro qualità, ma sembrano ancora fuori forma per determinare dall’inizio. L’argentino ha fornito l’assist per il secondo gol mentre il portoghese ha acceso l’Olimpico con due spallate delle sue. Rimbalzando gli avversari e ripartendo palla al piede.

Nota positiva l’esordio di Aouar che ha confermato quanto di buono fatto vedere nel precampionato. Spunti in verticale e qualità nel piede, quel lo che non si è visto da Kristensen. Ligio al ruolo di quinto bloccato. Meglio Karsdorp, che per il quinto anno consecutivo si candida a sorpassare ogni concorrente e trasformarsi da esubero a titolare. C’è ancora da lavorare e da acquistare sul mercato.