Corriere dello Sport (R. Maida) – Quel corpetto nero, che serve a misurare i dati biometrici in partita, addosso a lui sembra un impermeabile. Se non addirittura un giubbotto anti proietti le da usare per difendersi dalle critiche e dai fischi. Per mesi Andrea Belotti ha dovuto chiudersi in se stesso, ha dovuto resistere al senso di abbandono, ha dovuto ignorare gli sguardi dubbiosi o addirittura le battute velenose.
Belotti, l’amichevole contro il Fararense le ha restituito il sorriso?
“Segnare è sicuramente importante perché noi centravanti siamo incaricati al fare gol, è per quello che siamo giudicati. Ma è anche più piacevole sapere di aver dato un contributo alla squadra. Le vittorie servono, anche ad Agosto”.
Nel 2022 non le è successo: prima l’attesa per la chiamata della Roma, poi il rigore sbagliato contro il Torino e il successivo infortunio muscolare a novembre
“Già. Lo scorso anno ho saltato due ritiri, prima in estate e poi in autunno, e questa mancanza di allenamento ha condizionato la mia stagione. La preparazione è fondamentale per mettere minuti nelle gambe e farsi così trovare pronti per le partite vere”
Come parte la sua seconda stagione con la Roma?
“Mi sento bene. Il bilancio dell’estate è positivo. Avevo bisogno di allenamenti tosti, impegnativi, per raggiungere più rapidamente la condizione. I carichi del precampionato sono la benzina che ti consente di arrivare fino alla fine”
Si sente di dire che resterà alla Roma? Il mercato davvero non la riguarda?
“Io non penso a niente. lo penso a giocare. So di essere in una grande squadra e sento la fiducia di tutti: staff, dirigenza, allenatore. Questa è la cosa che conta”
Intanto potrebbe cominciare il campionato da titolare: aspettando il concorrente in attacco, senza l’infortunato Abraham, ha una grande occasione per convincere Mourinho.
“In questo momento io devo soprattutto concentrarmi su un aspetto: la condizione fisica. Se sto bene so di poter dare qualcosa di buono alla squadra. Fatemi stare bene”.
Non la disturba leggere sui giornali ogni giorno un nome diverso nel suo ruolo?
“Non mi dà fastidio, perché conosco le regole. Se c’è bisogno di un altro centravanti lo decideranno la società e l’allenato-re, questa logicamente non è una scelta che spetta a me. Ma con tante partite lo spazio non mancherà. Ogni tanto serve a chiunque rifiatare nel corso di una stagione. Succede in tutte le squadre e non è un problema”.
Come spiega quel numero dolente, zero gol nell’ultimo campionato?
“È stata un’annata, come definirla?, turbolenta: ho saltato due ritiri, ho avuto una frattura alla mano e una frattura intercostale. Da fuori magari certe cose non si notano ma le assicuro che non è facile dare il massimo quando non si è al top”.
Mourinho l’ha elogiata per essersi messo a disposizione anche in situazioni estreme.
“È vero e lo ringrazio. Ci sono stati momenti in cui ho stretto i denti e ho provato ad andare oltre me stesso… Ma quando sai di non essere al cento per cento fai più fatica, incontri difficoltà alle quali non sei abituato”.
Si sente di promettere qualcosa ai tifosi?
“Sono convinto che sarà una stagione migliore, perché tutti gli infortuni che ho patito sono alle spalle. Avendo lavorato bene sin dal primo giorno i risultati si noteranno anche in partita”
Qual è l’obiettivo della Roma?
“Si vedrà strada facendo, come sempre. Poi è chiaro, la città intera sogna di tornare a vivere l’atmosfera della Champions League. Quando senti quella musichetta, provi emozioni diverse. Ma è inutile proiettarci ora sul risultato finale: il focus della Roma è provare a vincere tutte le partite”.
La sua è ambizione o realismo?
”Noi siamo una squadra forte. Perciò mi sembra naturale ragionare su un ostacolo per volta, senza porci troppi limiti. Se lottiamo metro dopo metro riusciremo a toglierci delle soddisfazioni”.