La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – Diciamoci la verità, la prima volta contro il Torino se la immaginava molto probabilmente assai diversa. Perché in granata ci ha lasciato un pezzo di cuore, oltre che sette anni della sua vita e della sua carriera calcistica. E perché quel calcio di rigore magari se l’era sognato a lungo, così tanto che quando Djidji ha messo giù Paulo Dybala non ha esitato un attimo ad andare lì a prendersi il pallone.
Come dire, “lo calcio io“. Andrea Belotti aveva infatti una grande voglia di fare gol, di lasciare il segno, di marchiare la sua prima volta a fuoco contro il suo Torino. Ed invece il destino, beffardo, gli ha voltato le spalle, con quel palo alla destra di Milinkovic-Savic che gli ha strozzato in gola qualsiasi tipo di emozione. “Il rigorista designato non era lui, ma uno che non era ancora tornato in panchina – dice Mourinho – Belotti ha avuto il coraggio di tirare il rigore e l’ha sbagliato, ma almeno lui ha avuto il coraggio di tirarlo“.
Già, anche se poi la scelta di mandare il Gallo sul dischetto non è stata certo la migliore del mondo, non fosse altro proprio per l’emozione di tirare un rigore contro la sua ex squadre e ’era anche da mettere in conto la scarsa confidenza che ha lo stesso Belotti proprio con i tiri dal dischetto, come dimostrano in modo inequivocabile anche le statistiche: dieci rigori sbagliati sui 36 calciati finora, con una percentuale d’errore di ben il 27,8% (tra cui ci sono anche 4 pali, compreso quello colpito ieri pomeriggio all’Olimpico).
Insomma, Belotti ogni 4 rigori ne sbaglia in media più di uno. Non poco, tanto che sempre i numeri ci dicono che nessuno finora in Serie A ne ha sbagliati più del Gallo dal giorno del suo primo tiro dal dischetto (Fiorentina-Palermo 4-3 del 19 marzo 15).