SportWeek (C.Zucchelli) – Il regalo più bello per i suoi 40 anni, che compirà il 27 settembre, forse Francesco Totti se l’è fatto da solo. Non la scorsa primavera riuscendo, a suon di gol e assist, a strappare il rinnovo di contratto, ma quando era un bambino, giocava a Trastevere e in amichevole doveva sfidare la Roma. Lui era già così tifoso che si rifiutò di scendere in campo dall’inizio: «Io contro la Roma non ci gioco». Quel giorno il Capitano si è fatto il dono più grande: ha scelto il giallorosso ancora prima di sapere che ci avrebbe passato la vita. Sarà per questo che, oggi, gli amici e le persone con cui ha condiviso almeno un pezzo di carriera scelgono di regalargli quasi tutti la stessa cosa: una macchina del tempo. Per tornare a essere di nuovo quel bambino o per andare a scoprire che cosa gli riserverà il futuro.
SIMBOLI E GIOCATE – La festa ci sarà e i doni veri arriveranno. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, per esempio ha già scelto: «Un quadro. Che rimane nella vita. Sarà un’immagine simbolo della sua storia». Un emblema di questi 25 anni, quindi, cinque dei quali trascorsi con Fabio Capello: «Regalerei a Francesco la possibilità di ringiovanire, per vederlo sempre bello come le sue deliziose giocate». Parole di stima reali quelle dell’allenatore,nonostante un rapporto mai andato al di là del campo. Diverso è invece quello con Zdenek Zeman, che per lui vedrebbe «un pallone d’oro». E non vuole aggiungere di più. Un altro che non se la sente di parlare molto è Antonio Cassano. La storia con la Roma non decollò mai e quella con Totti ha vissuto alti e bassi,ma Antonio donerebbe a Francesco, e forse anche a se stesso, la possibilità di giocare insieme ancora. Come ha scritto nell’autobiografia: «Con nessuno mi sono mai divertito così».
ANCORA UN PO’ DI CALCIO – Simone Perrotta, suo compagno in giallorosso e in Nazionale, vorrebbe per lui «un po’ di calcio, almeno un anno in più», mentre Vincenzo Montella non lascia, anzi raddoppia: «Meglio due anni di contratto, perché diverte ed emoziona ancora». Il tempo per la pensione non sembra insomma così vicino, anche se c’è chi pensa al futuro: «Io gli dedicherei un museo a Trigoria, perché porta la nostra immagine nel mondo». Firmato: Bruno Conti, uno che come il capitano vive la Roma da una vita.
LA VECCHIA ROMA E L’ITALIA – Un periodo della sua carriera Totti l’ha condiviso anche con Daniele Pradè e Rosella Sensi, d.s. e presidente di una Roma cui il numero 10 è legatissimo. «Gli regalerei una vacanza lontano, al mare con la famiglia», dice la Sensi, mentre Pradè entra nello specifico: «Gli recapiterò un bel contratto con Wyscout, dove visionerà in esclusiva per me calciatori Under 20 che abbiano una visione totale, calcino di destro e sinistro, si sappiano assumere le proprie responsabilità. E, soprattutto, restino umili». Ma ci sarà un nuovo Totti? Complicato. Come magari sarà trovare un nuovo Buffon. Il capitano juventino, dentro un pacchetto con tanto di fiocco, farebbe trovare a Francesco (e anche a se stesso?) «la spensieratezza che ci accompagnava in Europa con le giovanili dell’Italia, quando avevamo l’entusiasmo dei ragazzi che sapevano di aver ricevuto un dono speciale, ma non ancora la consapevolezza che per realizzare i loro sogni ci sarebbe stato da soffrire, sudare e superare un’infinità di prove». Il ricordo corre facilmente alla notte di Berlino di dieci anni fa. Dove c’era anche Marco Materazzi. Lui per il numero 10 avrebbe pensato ad «altri 5 anni di contratto» e Pippo Inzaghi «vent’anni in meno, per poter giocare ancora insieme».
DERBY SI, MA… – Un altro che per Checco ha pensato al «Pallone d’oro» è Di Vaio. Un’amicizia, la loro, cresciuta nonostante Marco avesse il cuore della Lazio. Come dire: guardarsi di traverso in campo ma rispettarsi fuori. Forse anche così si spiega il regalo di Giorgio Sandri (il papà di Gabriele, tifoso ucciso nel 2007 mentre stava viaggiando per andare a vedere Inter-Lazio), che il giorno del funerale del figlio non dimentica l’abbraccio ricevuto da Francesco a telecamere spente: «È stato splendido. Oggi gli regalerei la serenità per quando smetterà di giocare, non sarà facile». E poi, visto che il derby è derby, Sandri si concede una battuta e dice che vorrebbe per lui «anche una partita da titolare, che ultimamente gioca poco…».
RITORNO AL FUTURO – L’età avanza, ma il talento non si ferma: almeno per quello la macchina del tempo non serve. Eppure due gliela donerebbero: uno è l’ex compagno Morgan De Sanctis («Per darci ancora vent’anni del suo calcio»), l’altro il suo attuale allenatore, Luciano Spalletti: «Penso alla De Lorean di Ritorno al futuro per scegliere se tornare indietro e riempirci di grandi giocate oppure proiettarsi in avanti». Fosse per il d.s. della Roma, Walter Sabatini, nel domani del capitano ci sarebbe «un Pallone d’oro alla carriera, da istituirsi una volta sola». A«dolci e semplicità», invece, hanno pensato alcuni amici. Da una vita Totti frequenta gli stessi posti: il ristorante “La Villetta” il cui proprietario, Claudio Olivetti, è per «un completo da paddle o da tennis, visto che mi sopporta come compagno», mentre Stefano Quartieri, dell’“Isola del Pescatore”di Santa Severa, opterebbe «per una passeggiata tranquilla in centro». Poi ci sono gli amici della famiglia Testa: per loro bisognerebbe pensare prima «alla possibilità di giocare e un po’ di tiramisù, con o senza Nutella, ma fatto in casa».Totti se lo concede (ogni tanto) perché, per andare avanti, a 40 anni, non servono solo i «pensieri felici», che vorrebbe per lui il d.g. della Roma, Mauro Baldissoni. Peter Pan li utilizzava per volare e restare giovane. A Totti, invece, per farlo basta un pallone.