La Gazzetta dello Sport (F.M. Ricci) – Sempre la solita storia. Quando Eusebio Di Francesco si guarderà Barcellona-Athletic Bilbao penserà che tutto, o quasi, dipende da Leo Messi. Lo pensava anche Antonio Conte, e il piccolo argentino glielo ha confermato mercoledì notte.
BASTA UN TEMPO – Messi che ieri si è impegnato, come il Barcellona, per 45 minuti. Sufficienti per allungare a +11 sull’Atletico secondo, sconfitto dal Villarreal, e per smontare un Athletic depresso per l’eliminazione in Europa League e sinceramente orfano di Ernesto Valverde, passato in estate al Barcellona. Nel primo tempo il Barça ha segnato le due reti che hanno deciso la gara e ha colpito due traverse e un palo arrivando a 38 legni stagionali (16 di Messi), 29 in Liga, tanti quanti i gol di questo claudicante Athletic del Cuco Ziganda. Un dominio, quello del Barça, insultante a tratti, con i baschi incapaci anche d’impostare il più basico dei contropiede. Messi correva di qua e di là, si fermava, scattava, scartava, cercava e trovava i compagni, tormentava gli avversari. Kepa ha iniziato fermando una sua punizione dopo 4 minuti e ha continuato parando il possibile, la sua porta il bersaglio di Leo e dei suoi amici. Che ieri erano meno abituali del solito, perché Busquets si sta curando un mignolo rotto, Suarez era squalificato e Iniesta in panchina. Tempo 8 minuti e Leo ha innescato il suo miglior partner offensivo, Jordi Alba, che, partito con torso e testa in fuorigioco, ha messo in mezzo per Alcacer che solo soletto ha segnato col piattone sinistro.
ADDIRITTURA UN BALLETTO – Messi ha continuato il suo magico monologo e dopo la prima traversa di Coutinho ha segnato con un chirurgico sinistro dal limite. È la prima rete in movimento (oltre alle cinque punizioni) che realizza da fuori area in questa Liga. Poi ha sorpreso tutti: il sobrio Leo si è lanciato in un balletto inusuale, a quanto pare liberamente ispirato al «salsachoke» di Yerri Mina, centrale colombiano che per ora al Barça ha portato questo: allegrie e coreografie danzanti. Certo è che se ha conquistato Messi il gigante sorridente Mina deve avere buone maniere ed argomenti.
CHE NUMERI – Leo va a segno da 6 partite consecutive (8 reti) da 5 contro l’Athletic (a cui ha fatto 24 gol), è a 25 reti in Liga (sono 9 anni di fila che arriva minimo a questa quota) e a 35 stagionali. Dopo la seconda traversa di Coutinho e il palo di Paulinho l’intervallo ha portato orgoglio all’Athletic, migliorato con l’ingresso di Iturraspe, e appagamento per il Barça, che ha rallentato vistosamente. Allo stadio c’erano oltre 84.000 persone che per la noia si sono messe a fare la ola, poi il pubblico quando è entrato Iniesta gli ha chiesto di non andare in Cina con un coro ad hoc. Vedremo come finirà la stagione: «Non ci spaventa il fatto che la gente ci chieda il triplete», ha detto Valverde. Ovvio: con un Messi così calcisticamente nulla può far paura.