Il terzino della Roma, Federico Balzaretti, ha parlato a proposito della sua prima stagione con la maglia giallorossa, sotto la guida del tecnico Zdenek Zeman. Queste le sue parole ai microfoni del canale telematico Roma Channel:
Innanzitutto, come stai? Come stai vivendo esperienza a Roma? Come è stato il tuo ambientamento? ti abbiamo aprezzato anche per la semplicità con cui ti sei inserito
“L’ingresso è stato facile, il gruppo è composto da ragazzi eccezionali e si è creato da subito un bel clima, si lavora veramente bene ed è stato facile inserirmi. Nonostante sia nuovo, sono uno dei più vecchi della squadra. E’ stato tutto molto semplice“.
Anche perchè il tuo carattere, perchè sei un giocatore di esperienza o perchè il gruppo è tranquillo
“C’è un giusto mix di giovani e giocatori di esperienza e caratura internazionale, la squadra è veramente di grande valore. Per il mio carattere, sono una persona estremamente solare e positiva, questo naturalmente mi aiuta nell’ambientamento. Poi ci torviamo a che fare con tutti ragazzi semplici ed entusiasti, questo ti aiuta“.
Qualcuno già lo conoscevi…
“Conoscevo De Rossi e Osvaldo. Poi insomma, con Totti qualche partita contro l’ho fatta… Conoscevo anche Burdisso. Quando c’è rispetto e stima da avversari, quando sono arrivato a giocare con loro sono stato felice, spero lo siano anche loro“.
Sei un po’ autocritico
“Non sono mai contento di me stesso. Sicuramente sto dando il 110%, ne sono consapevole e questa è la base di tutto. Naturalmente ci sono degli errori, che fanno parte della partita e possono capitare. A livello fisico sto bene, di questo sono contento. Bisogna migliorare ma è sempre stata la base della mia carriera cercare di lavorare e di non accontentarsi mai. Sono il primo a mettermi a disposizione del gruppo e a mettermi in discussione quando c’è da migliorare, posso fare di meglio”.
Di cosa non sei contento, riguardo alle tue prestazioni?
“Forse della qualità che a volte ho espresso in campo. Sto cercando innanzitutto di aiutare i compagni, soprattutto i più giovani, e di aiutarli e motivarli in campo, anche con le parole visto che tanti non sono italiani. Sono una persona molto equilibrata, per me fare una partita da 10 o da 2 è la stessa cosa. Il mio modo di vedere il calcio e di giocare è lo stesso, se sbaglio dieci palloni voglio giocare l’undicesimo, il dodicesimo, il tredicesimo… Non nascondo la testa sotto il campo“.
Il tuo rapporto con i tifosi
“Sono stato accolto benissimo ,non posso che ringraziarli. L’impatto è stato molto positivo, sono veramente contentissimo della mia scelta e sono io a cercare di dare più per ripagare la loro fiducia“.
L’intervista di Osvaldo, l’hai letta? Sulle critiche dei tifosi, qual è per te il rapporto migliore da avere con la tifoseria e con le eventuali critiche? Magari non si deve passare il confine?
“Non c’è dubbio. Non l’ho letta, ma credo volesse dire che il pubblico che ti incita anche quando sbaglia aiuta a non scoraggiarti. Credo si riferisse a questo, al giocatore fa piacere di sentire l’appoggio della gente anche quando sbaglia due passaggi. E’ normale che il tifoso possa fischiare un giocatore o una giocata, fa parte del calcio. In Italia soprattutto il pubblico è esigente, quello della Roma in particolare per questo motivo: c’è tanto calore e tanto entusiasmo e si pretende molto“.
Il momento più bello e quello più difficile della tua carriera
“Di momenti belli ce ne sono stati parecchi. Al di la delle vittorie sono stato estremamente fortuntato per la mia carriera e per quello che ho avuto. Al di là delle vittorie ricordo i gruppi con cui ho lavorato, sono stato fortunato ad avere avuto compagni eccezionali. Il fatto di essere arrivato in Nazionale, a giocare una finale dell’Europeo, e di essere arrivato alla Roma a 31 anni, lo devo tantissimo ai miei compagni. Il momento più difficile? A Firenze, in sei mesi ho fatto 12-13 tribune. A livello calcistico il giocatore non la prende bene, la sintesi del calcio è lavorare per giocare la domenica. Al di là delle vittorie o delle sconfitte, il bello è la sensazione di entrare in campo, vedere lo stadio pieno, giocare certi tipi di partite. E poi la stanchezza della domenica… Queste credo che siano le cose belle del calcio. Anche il rapporto con i compagni. Le vittorie e le sconfitte sono figlie di una serie di motivi. Ho avuto la fortuna di vincere campionati con Torino e Juventus, di raggiungere la Champions League con la Fiorentina, anche se non ho giocato tanto. Purtroppo ho perso la Champions con il Palermo per un punto, la finale di Coppa Italia, quella dell’Europeo. Sono stato fortunato che, salvo qualche stagione in cui non siamo riusciti a fare bene, fino alla fine mi sono giocato sempre qualcosa“.
La Roma sta cambiando. Cosa è successo nella fase iniziale? E’ una squadra che deve fare il suo percorso?
“E’ una cosa che ho sempre detto. In Italia c’è poca pazienza, tutto si porta all’esasperazione, sia in senso negativo che in senso negativo. Credo che ci sia davvero un percorso da fare, ma questo lo dice anche la storia del calcio. Ci sono squadre che sono andate così così il primo anno, poi sono migliorate. Quando si cambiano tanti giocatori, l’importante è che il gruppo abbia capito che c’è un progetto e che la gente è dalla nostra parte. Si passa per sconfitte e momenti di difficoltà, ma se non ci fossero si attraversassero questi momenti il percorso per le vittorie non sarebbe così bello, così si godono di più i successi“.
Il rapporto con Zeman?
“Buono, ha la massima stima e fiducia per noi e ci sforziamo per fare quello che dice. Queste cose si vedono, magari non per tutti i 90 minuti. Intanto abbiamo il miglior attacco del campionato, che è un punto di partenza imporante. Stiamo lavorando bene sulla fase difensiva, nelle ultime partite si sta vedendo un reparto che si muove meglio”.
Siete molto migliorati nell’aggressione ‘alta’, vi muovete meglio tutti insieme
“Sono d’accordo, l’ho notato anche io. Stiamo lavorando su questo, andiamo in campo cercando di fare le cose migliori, purtroppo non sempre riescono ma la cosa positiva è che di settimana in settimana cerchiamo di correggere gli errori. I tanti gol che abbiamo preso eravamo anche messi bene, l’errore individuale ci può stare, sono da correggere ma sono meno gravi di un errore di reparto“.
La tua vita fuori dal campo. Quanto è importante per te la famiglia e le tue figlie?
“Sono il massimo possibile e immaginabile. La mia famiglia e le mie figlie sono il mio orgoglio, vivo per loro. ti fanno vivere la vita in una maniera diversa. Siamo persone estremamente privilegiate, è giusto insegnare alle bambine quello che abbiamo. Farle vivere con noi, cercando di stare con loro il più possibile. Spesso vengono al campo di allenamento e allo stadio, loro fanno parte della mia quotidianità. Se capiscono di calcio? Della più grande dico sempre che diventerà come la D’Amico, sa tutto. Ogni tanto riesco anche a vedere un po’ di caclio a casa, nonostante ci siano tutte donne (ride, ndr)“.
Contro il Siena una partita particolare. E’ la partita della continuità?
“Sono d’accordo pienamente con te, credo che a sprazzi abbiamo sempre fatto vedere qualcosa, in ogni partita. A parte quella di Torino che è da cancellare. Abbiamo anche fatto del bel calcio, secondo me. E’ da presuntuosi credere di dominare per 90 minuti, nella partita stessa ci sono momenti in cui si attacca e anche momenti di sofferenza. Come prestazione e risultato questa partita deve dare continuità, questa porta entusiasmo e autostima ancora maggiore, una serie di cose che possono farci fare un salto di qualità“.
Il tuo infortunio con il Pescara?
“Ho preso solo una botta, mi si è gonfiato il piede, ma tutto risolto”.
Dove può arrivare questa Roma?
“L’ho detto a inizio stagione. Porsi obiettivi in questo momento è sbagliato in questo momento. Dobbiamo fare ancora uno step per essere una squadra vera. Ci manca qualcosa per fare il salto di qualità. Per i nostri valori possiamo vincere contro tutti. Tutti ci credono ciecamente, la qualità della rosa è indubbia. Prima bisogna riuscire ad essere squadra. Una volta aver fatto questo passo, questa squadra può vincere contro chiunque“.
Dodò, mi hai parlato di lui in maniera straordinaria
“Deve solo star bene fisicamente. Una volta che sta bene, è un giocatore fortissimo e di qualità superiore, il suo obiettivo è quello di essere al 100%. Una volta che si è messo a posto diventerà titolare e sarà un giocatore fondamentale. Ha qualità tecniche e atletiche non indifferenti, soprattutto per un ragazzo così giovane. Poi giocando migliorerà a livello tattico e caratteriale. Con i ragazzi giovani si passa da alti a bassi, ma giocando imparerà a trovare il suo equilibrio e la sua personalità, ma è veramente forte“