Il matrimonio tra la A.S. Roma e Franco Baldini avviene nel 1999. L’allora presidente dei giallorossi, Franco Sensi, lo vuole nel proprio staff dirigenziale affidandogli il compito di creare una squadra competitiva per vincere lo scudetto, e competere con i poteri forti del nord. Baldini, in qualità di direttore sportivo, mette a segno colpi di mercato di grande valore. Nella stagione dello scudetto romanista, insieme al direttore generale Fabrizio Lucchesi, riesce a portare nella Capitale Gabriel Omar Batistuta, Walter Samuel, Emerson, tutti giocatori che contribuiscono a far vincere il terzo scudetto della storia giallorossa. Le spese ingenti di quella campagna acquisti lasciano gravi dissesti economici nella Roma. Malgrado ciò Baldini porta a Roma altri grandi giocatori come Cristian Chivu, Amantino Mancini, Philippe Mexes. Il difensore francese viene scelto proprio per sostituire Walter Samuel, ceduto al Real Madrid per ripianare i conti giallorossi. Il trasferimento però avviene in circostanze controverse: l’Auxerre accusa il suo ex-giocatore di aver firmato per la Roma mentre era ancora sotto contratto con essi, chiedendo in virtù di questo un risarcimento economico. La vicenda prende delle pieghe negative per la Roma: la Fifa inizialmente infligge a Mexes un anno e mezzo di squalifica, che però viene sospesa. Soppresse invece due finestre di mercato per la Roma: quella dell’estate 2005 e quella di gennaio 2006, costringendo inoltre i giallorossi a pagare all’Auxerre un indennizzo di 8 milioni.
Tale vicenda rimane una macchia nel curriculum del dirigente. Ma Franco Baldini è uomo di grande cultura, non solo sportiva. E’ uomo di valori veri, di ideali forti, di lealtà e virtù. L’orgoglio e la coerenza di pensiero lo portano però allo scontro con Rosella Sensi, in quel momento amministratore delegato della Roma. La situazione precipita nel 2004. Fabio Capello lascia improvvisamente la guida tecnica della squadra, trovando la società impreparata. Franco Baldini è chiamato ad assumere il timone di una Roma economicamente allo sbando, impossibilitata nel fare un grande mercato, e senza un allenatore. Nel frattempo le condizioni di salute di Franco Sensi peggiorano, ed è costretto lentamente a lasciare sempre più spazio e potere decisionale alla figlia Rosella, la quale inizia a stringere rapporti sempre più stretti con i poteri forti del calcio italiano.
Proprio quei poteri così tanto combattuti dal padre, così tanto avversi e contrari agli ideali di Franco Baldini, che non riesce a nascondere il suo dissenso dalla nuova linea politica della Roma. Il 20 marzo del 2005, lui che è appassionato di teatro, sceglie il palcoscenico della Dandini per lanciare il suo attacco diretto al sistema attuale del calcio italiano. Durante la trasmissione “Parla con me”, Baldini si scaglia duramente contro la Juventus, contro il sistema Gea creato e retto da Luciano Moggi, contro Galliani, denunciando i conflitti d’interesse all’interno del calcio italiano, anticipando il dramma di risultati pilotati e già pronosticabili. Il tutto in onda tre giorni prima che Adriano Galliani divenga presidente della Lega, e Rosella Sensi sua consigliera. Impossibile continuare a lavorare in una Roma che aveva perso la voglia di combattere contro un calcio malato e corrotto,entrandone a far parte attraverso la politica di non belligeranza di Rosella Sensi.
Alle 17 del 24 marzo la situazione per Franco Baldini è ormai insostenibile. La sua cultura, il suo spirito, il suo sentire, gli dicono che questa Roma non è più la sua, quella che ha sostenuto, che ha difeso, per cui ha sognato un futuro diverso. Alle 17 del 24 marzo Franco Baldini rassegna le sue dimissioni a Rosella Sensi, che le accetta senza battere ciglio. E’ un atto d’amore, a suo modo. Il giorno dopo alle 14 Baldini spiega il perché delle sue dimissioni. Non lo fa a Trigoria (che gli viene negata), è già lontano dalla Roma, è già altrove. Al Tre Fontane ci saranno circa 60 persone ad ascoltarlo, decine di telecamere a riprenderlo, ma non quelle di Roma Channel.
La felicità per Franco Baldini ora è lontana dalla Capitale, almeno da quella italiana. Nel 2006 sul trono del Real Madrid sale Ramòn Calderòn, che chiama Fabio Capello a guidare i Galacticos, e ad assisterlo come segretario tecnico proprio Franco Baldini. Con “Don Fabio” ritorna quell’intesa che si era persa dopo l’addio alla Roma del tecnico per andare alla Juventus. Insieme portano il Real Madrid a vincere lo scudetto, grazie anche agli acquisti di Fernando Gago e Gonzalo Higuain. Quando dopo appena un anno Capello decide di lasciare Madrid per assumere la guida di una nazionale Inglese allo sbando, Franco Baldini ha ormai accumulato abbastanza esperienza e popolarità per assumere il ruolo di general manager degli inglesi.
Fino ad oggi, anzi fino a ieri 19/10/2011, quando Franco Baldini è tornato a varcare (in veste ufficiale) i cancelli di Trigoria. Ha ritrovato vecchi amici, ha ritrovato Francesco Totti che ha definito “pigro” qualche tempo fa, ha ritrovato la voglia di cambiare il calcio italiano. Un uomo di cultura per una rivoluzione culturale. Che inizia dal cambio di società: non c’è più Rosella Sensi, c’è Thomas DiBenedetto, che ha capito il valore di un uomo che nel momento sbagliato, ha cercato di regalare un futuro diverso alla Roma.
PAESE SERA – L. SERAFINI