Il direttore generale della Roma, Franco Baldini, ha parlato a proposito del difficile momento che sta attraversando la squadra giallorossa in campionato e di Daniele De Rossi, ammorbidendo le dichiarazioni di qualche settimana fa sul centrocampista romanista. Queste le sue parole a Rai Sport:
La tifoseria si aspetta il riscatto. Con il Torino sarà l’ultima spiaggia?
“Non sarà l’ultima spiaggia, la squadra e questo allenatore si riscatteranno e saranno all’altezza. I risultati sono deludenti, non si può negare, ma ci sono i motivi per lavorare tutti insieme”.
La ragione principale per cui le cose non hanno funzionato rispetto alle aspettative?
“La Roma sta vivendo in ogni partita due fasi distinte. Quella in cui attacca è già stata mandata a memoria, anche perchè gli interpreti gia si conoscevano tra di loro e già conoscevano il campionato italiano, come Lamela, Totti, Osvaldo e Destro. Mentre i difensori sono tutti nuovi, a parte Burdisso, sono completamente anche per il campionato. Questo necessita di tempo”.
Zeman non ha avuto mai la fase difensiva tra le sue qualità migliori, non è stato un azzardo in questo senso?
“I risultati fino adesso dicono questo, ma crediamo di no. A Pescara lo avevamo seguito lo scorso anno e òa fase difensiva era decisamente buona. Contavamo di avere un allenatore che avrebbe dato spettacolo”.
Troppi dirigenti ai posti di comando, scelte sbagliate… Eppure la Roma ha speso molto. Il quadro di questi due anni non è florido e di grande prospettiva (domanda del direttore del Corriere Dello Sport Paolo De Paola, ndr)
“Non ho molto da dire, sinceramenrte. De Paola è dall’inizio che leggittimamente ha questa visione critica della cosa. Ma tra le cose che dice ce ne sono alcune parziali. Con questi risultati è facile attaccarci ed è difficile difendere, così come il gioco di Zeman (ride, ndr). Non abbiamo speso poco, è vero. Abbiamo investito e gli investimenti hanno un tempo di decantazione per potersi avverare. Lo scorso anno la spesa per Lamela è stata più volte definita folle. Che era una spesa allora, ma per noi era un investimento”.
Pallotta?
Quante volte avete criticato l’interventismo di certi presidenti, che parlavano di calcio anche se piovuti da un mondo estraneo? La proprietà è ben precisa ed è identificata, ha il difetto di non essere presente. Non potrà dire qualcosa tutti i giorni, ma non hanno neanche voglia di parlare tutti i giorni, hanno affidato il tutto a delle persone che ritenevano potessero farlo. Ci sarà il tempo anche per la dirigenza per fare delle valutazioni. La proprietà c’è, ci sentiamo tutti i giorni, ci interfecciamo sempre. Hanno il torto di avere dato un mandato a dei manager. Le responsabilità sono tutte mie, certo, ma il torto degli americani non è quello di non essere qui fisicamente. Per cosa poi? Per opinare su qualcosa che ancora non conoscono pienamente? Quando Pallotta ha preso i Boston Celtics li ha lasciati lavorare, hanno preso un nuovo allenatore e un nuovo gm, e il primo anno della loro gestione è stato il peggiore della loro storia. In quattro anni sono riusciti a vincere”.
Destro non trova spazio perché non siete riusciti a vendere un attaccante… (domanda del direttore del Corsport De Paola, ndr)
“Non è che non siamo riusciti nessun altro attaccante, non avevamo intenzione di vendere un attaccante. E’ chiaro che sono deluso, per i valori della squadra potevamo avere tranquillamente sette-otto punti in più. Questa è la mia delusione, per i risultati, per la mancanza di punti che legittimanente mi aspettavo di avere. Ma non sono deluso perchè non abbiamo cercato di vendere un attaccante e ci ritroviamo con un Destro, abbiamo pensato a una squadra di 22 potenziali titolari. Sono soddisfatto del ragazzo, lo vediamo lavorare tutti i giorni e capiamo le sue enormi potenzialitò. Ma se nel frattempo ci sono altri tre giocatori che segnano e stanno facendo bene, perchè mi dovrei lamentare delle sue prestazioni? Gli altri stanno facendo bene, non ha ancora trovato spazio. Che avrà, anche con lui non abbiamo solo speso, abbiamo investito. E l’investimento su Destro sicuramente porterà i suoi frutti. Se non oggi, domani. E’ a breve scadenza”.
De Rossi, hanno criticato la sua gestione prima del derby
“E hanno fatto bene, sono stato incauto. Come dice il mio ds Walter Sabatini, l’onestà è un vizio. E sono stato incauto a pronunciare quelle parole, specialmente in quella settimana. Ma ho risposto a una domanda che mi era stata posta, mi è stato chiesto di cosa avrei fatto se fossero arrivate eventuali offerte. Cosa deve fare uno nella mia posizione, un manager di una società quotata in Borsa? Deve ascoltare, poi ha la possibiltà di dire no, come abbiamo fatto questa estate. Lo dico una volta per tutte: non abbiamo intenzione di cederlo. Non è una notizia, è quello che è sempre stato e lo abbiamo dimostrato quest’estate. Sono stato incauto, perchè posso aver causato qualche nervosismo. La sua reazione in campo dovuta alle mie parole? Lui mi ha detto assolutamente detto di no, era voglioso di vincere e ci ha messo troppo agonismo”.
Adesso De Rossi è un giocatore contento nella Roma? (domanda del direttore del Corsport De Paola, ndr)
“Dopo il derby in cui è stato espulso e ha rimediato tre giornate di squalifica è un esercizio temerario dirlo. Nel momento in cui le cose succedono, le persone sono felici di farle”.
Come mai si è deciso di puntare sulla fase offensiva, quando Baldini è stato legato nella sua carriera a Fabio Capello, simbolo del difensivismo? (domanda posta da un tifoso intervenuto in diretta, ndr)
“La domanda è pertinente. Ci sono fasi diverse. C’è un momento in cui si prende un allenatore che si sa che risultati può avere con una sqaudra già formata. Quando c’è da costruire qualcosa e si punta prevalentemente sui giovani, cosa che abbiamo fatto l’anno scorso e abbiamo dovuto rifare quest’anno, perché l’allenatore che era stato incaricato se n’è andato e abbiamo dovuto fare un’altra infornata con più giocatori di quelli che dovevamo prendere in origine, volevamo puntare un gioco riconoscibile e spettacolare. Pensando che non potevamo puntare a vincere da subito perché la squadra era da costruire . Questo ha ispirato le nostre scelte. Scelte che oggi non sono sostenibili, lo capisco. Siamo delusi quanto i tifosi, non c’è dubbio, però noi continuiamo a crederci. E ci crediamo anche tanto, la squadra e l’allenatore posso darci soddisfazioni”.
Zeman preferito a Montella, avete fatto la scelta giusta?
“Abbiamo valutato Zeman e allenatori e alla fine abbiamo scelto lui. Adesso fare domande del genere, con con la Fiorentina che è sette punti avanti, è chiaro che la nostra scelta è discutibile se si analizza da questo punto di vista. Però ripeto, la scelta di Zeman l’abbiamo fatto scentemente, vorrei che le persone abbiano almeno un tempo per essere giudicate. A fine campionato si faranno i bilanci”.
La Roma è la prima grande squadra con una proprietà straniera. Alla luce di questo esperimento, un’investitore straniero è incoraggiato a investire in Italia o no?
“Ne l’uno ne l’latro. Gli investimenti hanno bisogno di tempo per vedersi affermati o no, e il tempo lo dirà . Ripeto, il primo anno di Pallotta al Boston Celtics è stata la peggior stagione della loro storia, poi sono riusciti a vincere. Questo è quello che fa un investitore: investire e spendere soldi per vederne i frutti nel tempo. Se questo tempo è un anno, è poco. Diamogliene almeno due (ride, ndr)”.
Baldini resta alla Roma?
“Quando uno fa una vita complicata come la mia non può essere felicissimo (ride, ndr). Ho preso un impegno con questo signore e ci metterò tutte le forze, finché ne ho. E gli ho anche detto che se non si dovesse ritenere soddisfatto, non ha nient’altro che da dirmelo e finirà così”.