La Gazzetta dello Sport (A. Vocalelli) – Sarà un’impressione, o forse soltanto una suggestione, ma sembra proprio che – in casa Roma – qualcosa sia profondamente cambiato. Non c’entra la difesa a quattro, che tanto era stata invocata, perché le formule aritmetiche contano davvero pochissimo e – piuttosto – sono i compiti e l’occupazione degli spazi a marcare un confine. Quello che davvero sembra cambiato, nel passaggio da un grande allenatore come Mourinho a una bandiera come De Rossi, è il clima di solidarietà, che si era perso, smarrito, e – senza attribuire responsabilità alle componenti – ora si sta tentando di ricostruire.
Partendo dalla dichiarazione d’amore con cui il nuovo tecnico ha accompagnato il suo ritorno in giallorosso. Altri, parliamoci chiaro, avrebbero approfittato della situazione per dettare condizioni migliori, in termini non solo economici. De Rossi no. Senza pretendere, ma mettendosi semplicemente al servizio della “sua” squadra, non ha fissato paletti, accettando lo scomodo ruolo del traghettatore. Fino a giugno e poi si vedrà. Magari ed è un augurio, sarete voi a bussare alla porta, con un contratto da rinnovare.
Un atteggiamento che i Friedkin hanno deciso di ripagare anche in termini pratici. Fissando come obiettivo Baldanzi, più di un autentico colpo di calciomercato. Perché non c’è dubbio che il ragazzo dell’Empoli rappresenti – per qualità – un messaggio fortissimo alla concorrenza: sui grandi talenti del calcio italiano c’è anche la Roma. Non c’è dubbio che rappresenti la voglia di far sapere che l’azienda Roma è disposta a fare dei sacrifici per investimenti mirati, e molto meno per spese fini a se stesse. Ma, soprattutto, ad un giovane allenatore – attraverso uno dei giovani più bravi del panorama – vuol testimoniare la sua presenza concreta.