Cosa hanno in comune Abel Balbo e Stephan El Shaarawy? Facile, l’amore per la Roma. Non sono tanti i giocatori che hanno lasciato Trigoria per poi tornare. Abel è uno di loro.
Arrivato a Roma nel 1993, Balbo è rimasto fino al 1998. Poi Parma e Fiorentina. E nel 2000 di nuovo alla Roma, per altri due anni. Uno dei più grandi centravanti giallorossi – 87 gol in 182 partite – fece ritorno a casa per cementare con la propria presenza uno spogliatoio di fuoriclasse. Lo Scudetto del 2001 è anche suo.
Cosa la spinse a tornare a Roma?
Volevo finire la mia carriera nel posto dove avevo dato il massimo (nel 2002-03 Abel collezionerà 4 presenze nel Boca Juniors, ndr). Lì dove mi sentivo rappresentato. Volevo concludere la mia esperienza di calciatore indossando i colori che avevo difeso con tanto onore. E poi avevo anche la possibilità di vincere uno Scudetto. Le mie ragioni furono quindi sentimentali.
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El Shaarawy ha compiuto il suo stesso percorso.
Certamente, sarà stato mosso anche lui dall’amore per la Roma. Ma Stephan è giovane e torna a giocare in un campionato che conta. Le sue motivazioni saranno quindi anche sportive.
Alla base della sua decisione di tornare ci furono dei calcoli di natura economica?
Nessuno. Ero a fine carriera e ho accettato di guadagnare meno di quello che prendevo a Firenze. Ho fatto questa scelta per amore.
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Perché molti giocatori non romani si innamorano di Roma e della Roma?
Dipende da come ti trovi: dal tuo feeling con il Club, con la tifoseria e con la città. Il mio è stato eccezionale con tutte queste componenti. Franco Sensi fu come un padre e Roma è la città più bella del mondo. Chi vive a Roma lo sa. Quando vai via da Roma, avverti subito nostalgia. Io sono molto legato a questi colori, indipendentemente dai successi che ho colto.
Fino a qualche tempo viveva all’estero. Ora si è stabilito definitivamente a Roma?
Non me ne sono mai andato per davvero. Abito a Roma dal 1993. Per un periodo sono stato negli Stati Uniti – è vero – perché i miei figli studiavano là, e mi capitava di andare ogni tanto in Argentina, perché avevo degli interessi da curare. Quindi, stavo poco a Roma. Ma questa è la mia città. Qui vivo con la mia famiglia. E la Roma è casa mia.
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