Corriere della Sera (L. Valdiserri) – Ci vorranno mesi — o forse basterà una settimana, visto che domenica prossima c’è il derby — per capire il peso specifico dei 137 secondi in cui la Roma è passata dallo 0-1 al 2-1 contro il Lecce. Il 90′ era appena passato e i salentini, sostenuti da un portiere miracoloso ma anche dal coraggio di rispondere colpo su colpo nel secondo tempo, si erano divorati il 2-0 con Strefezza. Ma questo è il calcio, incrocio di storie come nessun altro sport al mondo.

Il finale ribalta tutto: i migliori diventano peggiori e i peggiori diventano i migliori. Lukaku aveva sbagliato il suo primo rigore “italiano” al 4′ ed era uscito dalla partita? Vero, ma il gol da tre punti l’ha segnato lui, al 94’, facendo perno su quel pollo di Touba, unico a non conoscere quel movimento di Big RomZalewski era entrato dalla panchina nel peggior modo possibile? Vero anche questo, ma dal suo piede è partito il cross che ha permesso ad Azmoun di segnare il gol dell’1-1.